AAHA: guida alla Geriatria di base
Il documento completo è pubblicato su “Journal of the Animal Hospital Association”, rivista ufficiale dell’AAHA. Undici pagine redatte da sette diversi specialisti riunitisi per l’occasione in una “senior care guidelines task force”: in altre parole, un team di medici veterinari di alto profilo, motivati a tracciare le linee guida da seguire per gestire al meglio i “senior pet”.
I sette specialisti non trascurano nulla nella loro preziosa review: dall’approccio ad un animale anziano apparentemente sano e, dunque, all’identificazione di specifiche norme di prevenzione (es. controllo del peso, accurata igiene del cavo orale, periodica valutazione comportamentale ed ambientale, etc.); alla gestione dell’animale francamente patologico, portatore, cioè, di malattie tipiche dell’anziano: tumori, artrosi, malattie odontoiatriche, disfunzioni cognitive e comportamentali, disordini urinari, cardiovascolari, epatici, dermatologici, etc.
Grande importanza viene riservata alla scelta di trattamento più appropriata per l’anziano. “Mai come nel soggetto di pertinenza geriatrica, è importante valutare possibili interazioni farmacologiche, incompatibilità o effetti collaterali…Un esempio tipico sono i FANS che, seppur benefici, devono essere oggetto di scrupolose precauzioni d’utilizzo, tra cui un uso non eccessivamente prolungato ed una particolare attenzione a non variare dosaggi o molecole o associarle tra loro o con i cortisonici.”
Un’enfasi tutta particolare viene riservata anche al coinvolgimento del proprietario che “deve essere sempre fatto partecipe delle decisioni del medico, nonché dell’andamento della malattia del proprio animale, in termini di diagnosi, prognosi e scelta terapeutica.”
Fondamentale, infine, la sensiblizzazione del cliente/proprietario nei confronti della necessità di attuare controlli sanitari periodici e costanti sul proprio animale. “Mai come nel senior pet è indispensabile il continuo monitoraggio dello stato di salute nell’intento di assicurargli non solo una vita quantitativamente più lunga, ma, soprattutto, qualitativamente più accettabile.”