Aliamidi e prurito su Nature
La review porta la firma congiunta di alcuni dei più noti studiosi internazionali di prurito, quella “sensazione fastidiosa che induce il riflesso del grattamento” e che, da un punto di vista neurofisiologico, condivide, anche se parzialmente, con il dolore vie di trasmissione nervosa e mediatori periferici sensitizzanti.
La “task force” di dermatologi tedeschi, americani e giapponesi parte dalla classificazione clinica del prurito, suddividendolo in prurito correlato ai disordini della cute (es. dermatite atopica), secondario a cause sistemiche (es. malattie renali), psicogeno ed, infine, neuropatico, quest’ultimo legato ad una sofferenza primaria delle fibre nervose.
Segue una dettagliata analisi delle complesse interazioni anatomo-funzionali tra prurito e dolore (“basti pensare – scrivono – che la sensazione pruritogena viene drasticamente ridotta dal dolore causato dal grattamento”) riscontrabili a vari livelli. Periferico, ad esempio. “Dolore e prurito – si legge nella review – condividono un ampio ventaglio di mediatori (es. bradichinina, serotonina, prostaglandine, NGF) che non solo attivano le fibre del prurito (i cosiddetti “pruritocettori”) ma anche sensitizzano i nocicettori, vale a dire le fibre espressamente deputate alla trasmissione dolorifica.”
Endocannabinoidi ed aliamidi trovano spazio nel paragrafo dedicato ai “modulatori di prurito e dolore”. Gli Autori parlano espressamente di Palmitoiletanolamide (PEA), anche nota con la denominazione internazionale di Palmidrol, e la identificano come il composto ad attività cannabimimetica che viene endogenamente prodotto in maggiori quantità, con il fine di esercitare importanti attività anti-infiammatorie, analgesiche ed antipruritogene.
Tutte affermazioni supportate e documentate da ampia e copiosa bibliografia che, tra le citazioni più attuali, riporta proprio la review di “The Veterinary Journal” che descrive nel dettaglio gli effetti della PEA su flogosi, dolore e prurito, ne spiega i sofisticati meccanismi d’azione ed, infine, ne delinea le straordinarie ricadute applicative in diversi settori della Medicina Veterinaria [NdR: Re G, Barbero R, Miolo A, Di Marzo V, 2006, Palmitoylethanolamide, endocannabinoids and related cannabimimetic compounds in protection against tissue inflammation and pain: potential use in companion animals, The Veterinary Journal, doi:10.1016/j.tvjl.2005.10.003].