Aliamidi nell’atopia umana
Il congresso annuale dell’AAD è sicuramente l’occasione più importante che i dermatologi di tutto il mondo hanno per aggiornarsi e conoscere i risultati delle più recenti ed innovative ricerche nel loro specifico settore. All’appuntamento 2006 hanno attivamente contribuito anche i clinici dell’Università di Catania, con la presentazione di un poster sull’utilizzo topico dell’aliamide Adelmidrol in 20 soggetti di età pediatrica (età media: 8 aa) ed affetti da dermatite atopica di grado lieve.
“L’emulsione contenente Adelmidrol al 2% – si legge nel poster firmato dal gruppo di ricerca clinica di Giuseppe Micali – è stata applicata ai soggetti inclusi nello studio due volte al giorno per quattro settimane…Ebbene, già dopo 10-15 giorni di trattamento, il 60% dei bambini atopici andava incontro ad un significativo miglioramento del prurito e del grado di eritema, mentre, al termine dello studio, l’80% presentava la totale risoluzione dei sintomi, senza alcuna ricaduta nel successivo periodo di follow-up di 8 settimane.”
Si tratta di dati davvero importanti che non solo dilatano il campo di applicazione delle aliamidi alla Medicina umana, ma anche confermano le evidenze cliniche, già ottenute in diverse condizioni patologiche di pertinenza veterinaria. Le dermatopatie allergiche, innanzitutto, dove la somministrazione sistemica del capostipite delle aliamidi – Palmidrol – si è dimostrata in grado di ridurre i segni e le lesioni di gatti affetti da granuloma eosinofilico e placca eosinofilica, come di ritardare la comparsa dei segni clinici di dermatite atopica nel cane. Ed ancora le infiammazioni del cavo orale, in cui l’applicazione topica di Adelmidrol ha potenziato e prolungato i benefici della detartrasi nella gengivite del cane; o, altresì, le ferite aperte del cane, la cui guarigione veniva ottimizzata, sia come estetica che come funzionalità, dall’utilizzo locale di Adelmidrol. In pratica, tutte condizioni in cui le aliamidi – vale a dire gli analoghi sintetici di sostanze (endocannabinoidi) prodotte endogenamente dall’organismo per controllare infiammazione e dolore – si sono dimostrate efficaci, grazie alla capacità di regolare l’eccessiva funzionalità di una cellula – il mastocita – direttamente implicata nei meccanismi di malattia.