Antiossidanti per le funzioni cognitive
ll presupposto da cui parte il gruppo di immuno-nutrizionisti di Madrid che firma la review è che il cervello non sia più da considerarsi un organo “privilegiato”, esente, cioè, da infiammazione, attivazione immunitaria o alterato stato ossidativo. L’attuale visione scientifica lo considera esposto, al pari di tutti gli altri organi, sia a danni di natura infiammatoria cronica, che a “stress ossidativo”: vuoi per l’accumulo di radicali liberi, tipico dell’avanzare dell’età, vuoi per l’intrinseca fragilità delle sue difese antiossidanti.
Il risultato è che da queste alterazioni infiammatorio-ossidative derivano pesanti danni neurodegenerativi, chiamati in causa nella genesi di molte malattie legate all’invecchiamento del cervello, malattia di Alzheimer in primis.
Esiste, oggi, un approccio cosiddetto “nutrizionista” alla neurodegenerazione senile, che sfrutta le proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti di molte sostanze naturali, presenti in numerose fonti vegetali. Tra queste, il resveratrolo. Oltre ad essere in grado di attraversare la barriera emato-cerebrale, questo polifenolo estratto dall’uva gode, infatti, di spiccate proprietà neuroprotettive: promuove la degradazione della beta-amiloide e, così facendo, protegge i neuroni dalla tossicità di questa proteina; ha una spiccata azione anti-ossidante; blocca gli enzimi scatenanti la neuroinfiammazione, che nel cervello dell’anziano accompagna abitualmente lo stress ossidativo.
Tutte attività che pongono il resveratrolo in cima alla lista delle molecole “anti-aging”, preposta com’è a contrastare il substrato di neurodegenerazione, che determina forme clinicamente differenziate di demenza senile, sia nell’uomo che nel piccolo animale.