Artrosi del cane: attenti all’osteofita
Lo studio è stato condotto dal gruppo di Gail Smith dell’UPenn (Università della Pennsylvania) e si prefiggeva di indagare la possibile relazione tra la presenza ed il grado di gravità di un particolare osteofita della testa del femore (CFHO, Circumferential Femoral Head Osteophyte), e l’insorgenza di artrosi secondaria in una razza notoriamente “a rischio” di displasia dell’anca: il Labrador Retriever.
Smith e coll. hanno pubblicato i risultati di questo studio nel fascicolo di settembre 2007 di JAVMA: “All’età media di 5 anni – si legge – l’85% dei soggetti presentava evidenza radiografica di CFHO e, di questi, più dell’80% andava successivamente incontro ad artrosi.”
La restrizione dietetica sembrava, poi, avere un influsso favorevole sulla possibile insorgenza di alterazioni artrosiche, tant’è che “pur rilevando la presenza dell’osteofita, i cani sottoposti a diete ipocaloriche manifestavano una percentuale inferiore di artrosi rispetto a quelli nutriti ad libitum.”
Il risultato, dunque, pare importante per la diagnosi precoce di artrosi: in un Labrador portatore di CFHO, è assai probabile che l’artrosi possa diventare una triste realtà.