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Artrosi idiopatica: una nuova interpretazione?

Per definizione “artrosi idiopatica” significa artrosi primaria da causa sconosciuta, vale a dire un’artropatia per la quale non si riconosce alcun fattor eziologico specifico, nemmeno la degenerazione età-dipendente dei tessuti articolari. Un anatomista di Auckland (Australia) avanza ora una possibile interpretazione.
Artrosi idiopatica: una nuova interpretazione?

Colin Alexander era già noto per aver dato una suggestiva ipotesi patogenetica anche all’osteoporosi, come risultato di un cronico disuso di certi movimenti, in seguito all’acquisizione, da parte dell’uomo, della stazione eretta. Una sorta, cioè, di disadattamento evolutivo, che verrebbe anche a dare una spiegazione del perché i quadrupedi, cani compresi, siano quasi esenti dalle rarefazioni ossee di tipo osteoporotico.Alexander concentra, ora, la sua attenzione sull’artrosi con una review, comparsa come pre-print online nella rivista “Skeletal Radiology”, dal titolo molto significativo: “artrosi idiopatica: è tempo di cambiare interpretazione?” Il presupposto dello studioso è questo:” La teoria standard – secondo cui l’artrosi è una malattia catabolica, caratterizzata da distruzione della cartilagine conseguente a sovraccarico assoluto o relativo – se spiega pienamente le forme di artrosi secondaria, non altrettanto si concilia con alcune peculiarità dell’artropatia idiopatica, osservate sia nell’uomo che nei primati: l’epidemiologia, il caratteristico interessamento di certe articolazioni (es. colonna vertebrale) e l’assenza in altre (es. anca), la comparsa anche in condizioni di immobilizzazione, il predominio di una fase anabolica nei periodi precoci di malattia…” “Pare quasi – continua lo studioso – che si possa avanzare l’ipotesi di due differenti malattie, ma con un possibile, anche se non obbligatorio, sbocco comune.” Alexander rispolvera, allora, il concetto di “stasi sinoviale”, quella compromissione, cioè, dell’efficienza dei sistemi di nutrimento e drenaggio, che il famoso internista Harrison aveva introdotto nella patogenesi dell’artrosi più di cinquant’anni fa. L’interesse per le ricerche di Alexander non è solo accademico. Se la sua ipotesi si dimostrasse accettabile, allora anche l’artrosi idiopatica potrebbe avere qualche speranza di cura e, perché no, di prevenzione.