Artrosi nel gatto
“I casi – ha spiegato Bennett – provenivano da sei importanti cliniche ortopediche e sono stati attentamente esaminati facendo compilare ai proprietari un dettagliato questionario sulla dieta, lo stile di vita e le caratteristiche comportamentali dei propri animali, sottoponendo gli animali stessi a screening ematochimici completi ed, infine, radiografandone separatamente colonna vertebrale e scheletro appendicolare.”
I risultati sono davvero interessanti, soprattutto in termini di caratterizzazione clinica di questa artropatia, appannaggio, oltre che del cane, anche della specie felina.
“L’artrosi – ha scritto Bennett nell’abstract pubblicato nei Proceedings congressuali – rappresenta nel gatto un riscontro clinico molto più comune di quello che finora si pensava, in particolar modo nell’animale anziano…Un’artrosi che, nella massima parte dei casi analizzati nello studio, non appare connessa ad alcuna causa specifica: è, cioè, di natura primaria, idiopatica…”. Particolarmente difficile la diagnosi “…dal momento che il segno clinico più comune in questa specie non sono le zoppie o le algie conclamate, quanto piuttosto una subdola diminuzione dell’attività fisica ed una certa riluttanza al salto.”
“Gomito ed anca – prosegue David Bennett – sono le articolazioni maggiormente colpite che, però, conservano il normale ROM [NdR: range of motion], non sono ispessite, né tantomeno presentano crepitii intrarticolari o versamenti sinoviali.” Non certo più chiaro il quadro radiografico, caratterizzato dalla presenza incostante di sclerosi subcondrale, osteofitosi e calcificazione dei tessuti molli.E la colonna vertebrale? “Anche la spondilosi deformante – afferma Bennett – è frequente nel gatto, ma, anche in questo caso, nel paziente felino è difficile stabilire, con la visita clinica, la presenza di dolore.” A significare che sta proprio nella difficoltà di inquadramento clinico e radiografico la prima causa di mancata diagnosi di artrosi nel gatto.
Abstract congressuale su richiesta a cedis@innovet.it