Cane anziano: i segni premonitori di demenza
Lo studio dei veterinari di Copenhagen si prefiggeva obiettivi molto importanti: analizzare le caratteristiche cliniche di cani di proprietà affetti da demenza senile o disfunzione cognitiva (CDS), individuarne i possibili segni premonitori e fattori di rischio, valutarne infine il grado di sopravvivenza rispetto a soggetti geriatrici, ma sani.
In base alla somministrazione di un questionario validato, risultava che i 44 cani con diagnosi di demenza conclamata manifestavano prevalentemente 4 segni comportamentali: aumento di sonno durante il giorno e riduzione durante la notte, alterate interazioni sociali, disorientamento all’interno della casa e ansia.
I cani, invece, considerati “borderline”, vale a dire con un punteggio comportamentale intermedio tra “sano” e “demente”, manifestavano l’iniziale neurodegenerazione soprattutto attraverso un aumento del tempo dedicato durante il giorno al sonno.
A differenza dei cani sani e “borderline”, praticamente la metà di quelli con demenza senile esprimevano uno stato ansioso. Osservazione che spingeva gli autori dello studio a sottolineare come anche minimi cambiamenti della routine giornaliera possono avere un grande impatto sui cani con diagnosi di CDS, stante l’incremento della loro reattività agli stimoli ambientali, a fronte di una diminuita capacità di adattamento.
Interessanti anche le osservazioni a lungo termine, con la dimostrazione che alcuni cani “borderline” passavano nel tempo nel gruppo di quelli affetti da demenza senile. A significare che esiste una fase prodromica della demenza senile, da individuare in base alla presenza dei campanelli d’allarme di un incipiente invecchiamento cerebrale patologico, e da trattare con opportune misure di rinforzo cognitivo e neuroprotezione.
Fast R, Schutt T, Toft N, Moller A, Berendt M. An observational study with long-term follow-up of canine cognitive dysfunction: clinical characteristics, survival, and risk factors. J Vet Intern Med 2013 May 22. doi: 10.1111/jvim.12109
Leggi l’abstract di PubMed: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23701137