CDS nel cane e Alzheimer nell’uomo
“Lo scopo del nostro studio – scrivono Marco Pugliese et al nell’articolo pubblicato sul numero di marzo 2007 di “Brain Research” – era quello di dimostrare che anche il cervelletto del cane viene interessato da quelle modifiche neurodegenerative senili riscontrate in determinate aree cerebrali, ippocampo innazitutto…e che tali alterazioni possono essere correlate anche alla comparsa di disfunzioni cognitive, tipiche del cane anziano…Per questo, abbiamo analizzato, con opportune tecniche immunoistochimiche, il cervelletto di 11 cani, di età compresa tra 1 e 16 anni, di cui sei portatori di disfunzione congnitiva (CDS), da lieve a grave.”
La perdita delle cellule di Purkinje (le classiche cellule nervose residenti a livello cerebellare, NdR) è risultata l’alterazione strutturale direttamente connessa ai deficit cognitivi dei cani anziani. “L’invecchiamento – spiegano i ricercatori – modifica di per sé la struttura del cervelletto, che va incontro a riduzione numerica del suo corredo cellulare e gliale e a modifiche neurotrasmettitoriali…Ma è solo la perdita delle cellule nervose cerebellari che si correla alla presenza di chiari deficit cognitivi.”
Le conclusioni? “ Anche il cervelletto – asseriscono i ricercatori – viene interessato dalla neurodegenerazione senile…Si tratta comunque di modifiche tardive, e, in ogni caso, secondarie a quella deposizione di proteina beta amiloide nella corteccia pre-frontale dei cani anziani, da tempo identificata come alterazione strutturale distintiva di invecchiamento cerebrale patologico, sia nel cane che nell’uomo.”