Chi ha paura dei corticosteroidi? I condrociti rispondono “noi”
Viene dal College of Veterinary Medicine della Cornell University (USA) la notizia secondo cui i corticosteroidi (metilprednisolone in particolare), prima di uccidere le loro vittime innocenti (i condrociti), ne alterano i tratti caratteristici fondamentali.
Utilizzando colture di condrociti ottenute a partire da cartilagine prelevata da varie articolazioni di cavallo, gli Autori dimostrano che il trattamento con metilprednisolone azzera la sintesi di collagene di tipo II (una proteina pressoché esclusiva delle cellule cartilaginee) ed altera la loro capacità di produrre una particolare forma di fibronectina. Questa specifica fibronectina sarebbe talmente tipica dei condrociti da costituirne marker cellulare, cioè elemento identificativo per stabilire se una cellula può essere considerata un condrocita. Azzerare la sintesi di collagene tipo II e modificare il tipo di fibronectina prodotta significa, in ultima analisi, rendere irriconoscibili i condrociti. Questa soppressione di identità cellulare perpetrata dai corticosteroidi ai danni dei condrociti è il triste preludio alla morte. Alterati nei loro tratti caratteristici fondamentali, i condrociti, infatti, vanno incontro a necrosi, come dimostrato dal drastico calo di vitalità cellulare riscontrato dagli Autori nelle colture di condrociti trattate con metilprednisolone.
“La necrosi dei condrociti indotta dai corticosteroidi potrebbe esacerbare il processo degenerativo, tanto più se tale effetto va a sommarsi alla perdita di condrociti che ha luogo durante il normale processo artrosico”.
L’articolo, disponibile presso il CeDIS cedis@innovet.it , è stato pubblicato nel 2001 sul Journal of Orthopaedic Research, da Fubini S.L. e collaboratori, con il titolo originale “Corticosteroids alter the differentiated phenotype of articular chondrocytes”.