Cistite del gatto: svelato l’enigma
È il Gotha dell’Urologia internazionale a dare la spiegazione dettagliata di tutti i meccanismi che scatenano la cistite idiopatica del gatto: una malattia che interessa più di mezzo milione di felini adulti negli USA, e che è causa di sintomi assai fastidiosi, come la periuria, la disuria, la pollachiuria e, a volte, l’ostruzione urinaria.
John Kruger, Carl Osborne e Jody Lulich ripercorrono tutte le tappe che hanno condotto all’attuale paradigma esplicativo di questa particolare infiammazione delle basse vie urinarie, che il gatto condivide con la donna. Dall’ipotesi più orientata a cause di natura infettiva (batteri, virus); a quella legata alla possibile presenza di calcolosi o di anomalie anatomiche congenite (es. diverticolo dell’uraco); fino ai meccanismi più attuali, come i difetti della barriera uroteliale ed il coinvolgimento dei mastociti nella genesi della neuroinfiammazione vescicale.
Circa i difetti di barriera, gli autori si concentrano sulle carenze dello strato di glicosaminoglicani (GAG), tant’è che il ripristino dell’integrità dell’urotelio tramite la somministrazione esogena dei precursori dei GAG (es. glucosamina) ha portato a risultati incoraggianti nella cistite sia della donna che del gatto.
Particolarmente discusso il ruolo dei mastociti, in quanto cellule responsabili della neuroinfiammazione vescicale. Gli autori sottolineano non solo l’aumento numerico di tali elementi, ma soprattutto la loro attivazione e, dunque, la capacità che i mastociti hanno di rilasciare mediatori direttamente coinvolti nella flogosi e nel dolore delle basse vie urinarie.
Ed, infine, il paradigma psico-neuro-endocrino. L’ormai certa relazione che intercorre tra cistite e stress ha, infatti, orientato gli studi più recenti sui meccanismi responsabili di questo nesso causale: dalla disregolazione nervosa che lo stress induce a livello centrale; fino alla ripercussione che gli stimoli stressogeni hanno in periferia, sempre attraverso l’attivazione diretta dei mastociti residenti a livello vescicale.
La si può, dunque, definire una vera e propria “sindrome” la cistite del gatto, stante i plurimi meccanismi che, correlandosi tra loro, la scatenano e la fanno recidivare.