Consigli pratici per un cane che si gratta
Si sa: le malattie dermatologiche rappresentano una delle più frequenti cause di consultazione veterinaria. Ma altrettanto bene si sa che costituiscono uno dei motivi più comuni di frustrazione per il medico veterinario, dato che un unico segno – il prurito – è scatenato da una lunghissima lista di cause, difficili da individuarsi e, spesso, tra loro sovrapposte.
Che fare? Il dermatologo americano Paul Bloom ha la sua ricetta: seguire scrupolosamente un protocollo d’indagine che parta da una dettagliata raccolta anamnestica, oltre che da un’indagine puntigliosa sulle caratteristiche del prurito: la sua distribuzione, l’eventuale stagionalità, l’intensità e la risposta a precedenti terapie.
Specificatamente per la dermatite da Malassezia, Bloom fornisce alcuni consigli pratici, che possono facilitare la diagnosi, anche in assenza di una evidenziazione diretta del lievito patogeno: 1) analizzare quelle zone che sono notoriamente sede di infezione da Malassezia, come le aree intertriginose, la regione periorale, la concavità dell’orecchio, e la superficie flessoria del gomito e del collo; 2) valutare il tipo di lesione, tenendo conto che la lichenificazione, l’eritema, l’alopecia o l’iperpigmentazione rientrano nelle lesioni dermatologiche più comuni associate al lievito: 3) ricordare che, essendo una reazione da ipersensibilità, anche pochi microrganismi sono in grado di scatenare la malattia clinica.
Il “take home a message” (messaggio da portare a casa) secondo Paul Bloom? “Se in un cane con prurito identifichi la Malassezia, cura innanzitutto questa infezione, ancor prima di optare, ad esempio, per una terapia cortisonica…Al successivo controllo, potrai capire se il prurito era correlato all’infezione secondaria, piuttosto che alla malattia primaria.”