Dagli USA il congedo retribuito per chi adotta un animale

Ricordate il caso dell’impiegata della Sapienza di Roma cui sono stati concessi due giorni di permesso retribuito per assistere il proprio cane che doveva subire un complesso intervento chirurgico per una paralisi della laringe? Indubbiamente, un significativo passo in avanti che testimonia come i nostri animali domestici siano a tutti gli effetti componenti della famiglia, tanto da beneficiare dei nostri stessi Diritti Civili.

Ora, gli Stati Uniti ci superano alla grande, con l’introduzione della Pawternity leave (“paw” in inglese significa zampa); vale a dire l’opportunità di trascorrere ore retribuite per aiutare il cucciolo nuovo arrivato ad ambientarsi, ma anche per stargli vicino in caso di grave malattia o morte.

La prima ad adottare la Pawternity leave è stata un’azienda produttrice di birra in Ohio, ma l’iniziativa si è rapidamente diffusa a macchia d’olio. Tanto che tutte le aziende statunitensi (circa l’11%), che oggi permettono ai propri dipendenti di tenere il proprio amico a quattro zampe sotto la scrivania dell’ufficio, stanno seriamente pensando di aderire all’iniziativa Pawternity.

“Un cucciolo– si legge su Wall Street Journal – è un altro membro della famiglia. Non vogliamo fare discriminazioni solo perché non sono umani”.

“E’ un segnale chiaro quello che arriva dagli USA – dichiara Gianluca Felicetti (Presidente Lav) – e di cui siamo stati precursori in Italia.”