Dermatite atopica: attenti alla barriera cutanea
I dermatologi umani studiano da tempo i meccanismi con cui le alterazioni, anche genetiche, della barriera cutanea influiscono sulla dermatite atopica, favorendo la penetrazione degli allergeni ed innescando un ciclo vizioso di infiammazione allergica e prurito, alla base dei segni dermatologici di atopia.
Oggi, la task force di esperti internazionali di dermatite atopica canina si interroga se questi difetti della barriera cutanea possano avere un ruolo patogenetico importante anche nel piccolo animale. La risposta viene da una review comparata che riesce nell’intento di delineare le profonde similitudini esistenti in questo campo tra uomo e cane: dalle anomalie a carico delle frazioni lipidiche (ceramidi) dello strato corneo; alla diminuita espressione di proteine (filaggrina), fondamentali per i processi di differenziazione e corneificazione epidermica; alla produzione batterica di enzimi (ceramidasi) che contribuiscono al peggioramento della funzionalità di barriera in corso di atopia; alle alterazioni delle strutture lamellari preposte alla corretta permeabilità trans-epidermica, che risultano discontinue e ridotte di volume nei cani allergici.
Nonostante ci sia ancora molto da indagare, sostengono gli esperti veterinari, quella di agire in modo “proattivo” sul recupero della corretta funzionalità di barriera si sta sempre più delineando come una via razionalmente percorribile per contrastare, specie nei cani a rischio, la dermatite atopica. Il ripristino delle potenzialità difensive della cute è, infatti, il primo passo da prendere in considerazione per contrapporsi alla penetrazione di allergeni e, di conseguenza, minimizzare il rischio di sensibilizzazione allergica.