Displasia d’anca: FSA controlla anche i gatti
Dopo Stati Uniti, Svezia, Germania ed Austria, anche l’Italia ha deciso di iniziare la valutazione delle anche dei sempre più numerosi felini che abitano le nostre case.
È la stessa FSA a spiegare nel sito http://www.fondazionesaluteanimale.it i motivi di questa importante decisione. Pur essendo nota da più di cinquant’anni, si legge, è solo di recente che la displasia dell’anca è stata riconosciuta come una delle cause più frequenti di dolore cronico del gatto, stante l’instaurarsi di un’artrosi, che rappresenta lo sbocco pressochè obbligato di questa malattia ortopedica.
Con l’aggravante,però, che, rispetto al cane, il gatto è molto più discreto nel manifestare il dolore articolare: piuttosto che zoppicare vistosamente o assumere atteggiamenti viziati durante la deambulazione, tenderà a cambiare a poco a poco le sue abitudini e le sue relazioni con gli appartenenti della famiglia, mostrandosi meno socievole, meno interessato alla toelettatura giornaliera, più riluttante a saltare, a fare stretching o ad utilizzare correttamente la lettiera. Il risultato finale è una drastica compromissione della qualità di vita del gatto, a causa di un’artrosi non diagnosticata e secondaria ad una pregressa, quanto trascurata, displasia dell’anca.
La scelta di FSA di iniziare questo programma di controllo della displasia dell’anca nel gatto è, dunque, carica di importanti aspettative: dalla futura comprensione della reale distribuzione in Italia di questa malattia ortopedica nel gatto; ma, soprattutto, alla possibilità di evidenziare precocemente l’esistenza di una situazione displasica, e prevenirne la sua più dolorosa conseguenza: l’artrosi.
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