Displasia dell’anca: dalla genetica alla diagnosi
La displasia dell’anca (Hip Dysplasia, HD) è una malattia a carico dell’articolazione coxo-femorale che inevitabilmente porta allo sviluppo di artrosi. È questa la definizione con cui Wendy Baltzer, consulente ortopedico dell’associazione di veterinari nord-americani (NAVC), apre un utile e snello articolo su quello che dagli anni Novanta ai giorni nostri è considerato uno spauracchio vero e proprio per il cane, specie di taglia grande-gigante: la displasia dell’anca.
Dalla definizione Baltzer passa poi alle implicazioni genetiche: la caratterizzazione, cioè, di quella base poligenica su cui si basa l’eccessiva lassità ed incongruenza di questa articolazione, e che obbliga ad un rigida selezione dei riproduttori piuttosto che ad un attento controllo di quei fattori ambientali (es. peso, livello di attività fisica, regime dietetico) che possono aggravare la predisposizione di razza alla HD.
Interessante anche l’inquadramento patogenetico, schematizzato in due meccanismi principali: la lassità articolare, da una parte, e l’anomala ossificazione encondrale a carico dell’acetabolo, dall’altra, causa scatenante l’incongruenza articolare e la sublussazione secondaria. È così che cani in giovane età, specie di razze a rischio come Terranova, San Bernardo, Pastori tedesco e Labrador retriever, possono sviluppare un’artrosi anche grave e dolorosa, accompagnata da sinovite, versamento articolare e degenerazione della cartilagine.
E la diagnosi? Si tratta innanzitutto di effettuare un accurato rilievo dei segni clinici, dalla zoppia, alle anomalie di andatura, alla riduzione dell’escursione articolare (ROM), affiancato dall’esecuzione di test specifici (es. test di Ortolani) e di un’indagine radiografica, sempre indispensabile per confermare il sospetto diagnostico di HD.
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