Estonia: 12 ore sull’artrosi
Si sa che la carta vincente per combattere l’artrosi è la conoscenza: conoscenza delle sue molteplici cause e dei suoi subdoli sintomi; conoscenza dei suoi intricati meccanismi; ed, infine, conoscenza dei suoi numerosi rimedi, da adottare in maniera sapientemente combinata, in rapporto al paziente da trattare. Ebbene, Carlo Maria Mortellaro (Ordinario di Patologia Chirurgica Veterinaria presso il Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie dell’Università di Milano) è stato invitato dalla Società Estone di Medici Veterinari per piccoli animali a tenere un intero seminario sull’argomento. Una “full immersion” sull’artrosi che il noto ortopedico italiano ha portato avanti per ben due giorni consecutivi, sostenuto in questo non solo dalla sua naturale verve affabulatoria, ma anche dalla grande esperienza e professionalità.
Mortellaro ha iniziato con l’inquadramento generale dell’artrosi: dalla definizione; all’epidemiologia; alla multiforme eziologia, soffermandosi sulla caratterizzazione delle principali artropatie, di sviluppo (es. displasie) e dell’età adulta (es. rotture legamentose), anteriori e posteriori, considerate cause primarie di artrosi. Fino ad arrivare alla descrizione della visita clinica: quel “senso clinico integrato” che, partendo da un’accurata anamnesi e mettendo in atto specifiche tecniche di ispezione e palpazione, conduce al rilievo dei principali segni e sintomi di artrosi. A seguire, la patogenesi. Mortellaro ha spiegato nel dettaglio i principali meccanismi artritogeni: la condrodegenerazione, innanzitutto, “quel disequilibrio biochimico e metabolico che colpisce la cartilagine artrosica e che, nel tempo, ne provoca la completa distruzione”; ma anche l’infiammazione sinoviale e lo stress ossidativo endoarticolare, legati tra loro da complicati circuiti di danno, che si ripercuotono su tutti i tessuti articolari.
Infine, Mortellaro ha affrontato la complessa terapia medica dell’artrosi: quel variegato cocktail di interventi, farmacologici e non, dalla cui razionale combinazione può derivare la massima efficacia terapeutica, in termini di controllo simultaneo di cause, meccanismi e sintomi. Mortellaro ha tracciato la farmacologia delle molecole “orientate al sintomo” (es. FANS, cortisonici) esortando, sulla scorta delle più recenti evidenze di letteratura, ad usare una cautela d’utilizzo, fatta di ragionati dosaggi e ristretti tempi di somministrazione. Lo studioso ha, poi, inquadrato le molecole definite “di fondo” (es. condroitin solfato, glucosamina, quercetina), in quanto capaci di intervenire sugli stessi meccanismi, degenerativi, infiammatori ed ossidativi, che scatenano e sostengono la malattia.
“La mia speranza – ha detto Mortellaro – è di essere riuscito ad “appassionare” i presenti ad un tema complesso, ma, nel contempo, scientificamente affascinante come l’artrosi: una malattia dalle molte facce, per combattere la quale è necessario non solo riconoscerne una delle molteplici cause scatenanti, ma soprattutto controllarne simultaneamente gli intricati meccanismi, di natura degenerativa ed infiammatorio-ossidativa.”