Il gatto: origini, domesticazione, e comportamento
“Il gatto: origini, domesticazione, e comportamento di un animale tanto diffuso quanto poco etologicamente conosciuto”. Questo il titolo della seconda delle tre conferenze del corso, organizzato dall’Ordine dei medici veterinari di Padova, e sponsorizzato da Innovet, sul corretto approccio ai più comuni animali domestici.
Un folto pubblico ha seguito con attenzione ed interesse la relatrice Maria Elisa Cestarollo, che ha ripercorso tutte le fasi della domesticazione del gatto: da quando l’uomo ha scelto di avvicinare questi felini al fine di utilizzarli per la caccia ai topi, fino all’attuale convivenza uomo-“gatto di famiglia”.
Nell’arco di questo periodo, il gatto ha acquisito la caratteristica etologica di esprimere i disagi, anche di natura organica, attraverso alterazioni del suo abituale comportamento o stile di vita: dalle eliminazioni inappropriate, alla compromissione del suo normale livello di attività di caccia o di gioco, alle alterazioni del ciclo sonno-veglia o dell’abituale comportamento di toelettatura.
Molte fra le più diffuse patologie del gatto, ha sottolineato Cestarollo, riconoscono un’eziologia multipla: cause biologiche si associano cioè a cause comportamentali, molto spesso aggravate da una mancata (o errata) conoscenza della corretta gestione del gatto.
Un esempio per tutti è sicuramente la cistite idiopatica felina, malattia per cui è stato chiaramente definito il legame patogenetico con lo stress. Da qui, l’importanza di effettuare una terapia e/o una prevenzione “multifattoriale”, che comprenda cioè, oltre alla indispensabile somministrazione di prodotti specifici, uno studio comportamentale del soggetto, ed un’attenta analisi dell’ambiente in cui vive. Per fare un esempio, non tutti sanno che il numero di cassette igieniche dislocate in casa deve essere commisurato al numero di gatti conviventi (almeno una per ogni soggetto). Se queste sono insufficienti, scarsamente tenute pulite o dotate di lettiere inadatte, il gatto può sviluppare la tendenza a trattenere troppo a lungo la “pipì”, preparando il terreno a ricorrenti e dolorose infiammazioni vescicali.
L’obiettivo della serata è stato raggiunto: quello di fornire ai presenti le principali basi di conoscenza del comportamento del gatto, al fine di riconoscere i segnali di disagio che ci trasmette e, soprattutto, porvi rimedio, tramite le più adeguate ed aggiornate terapie mediche, comportamentali e nutraceutiche.
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