Invecchiamento cerebrale: come riconoscerlo?
Raimondo Colangeli, Franco Fassola, Sabrina Giussani, Maria Cristina Osella, Gaspare Petrantoni, Elena Severi e Corrado Sgarbi. Questi i nomi dei sette comportamentalisti della “task force” sull’invecchiamento cerebrale nel cane: in altre parole, un articolato progetto di studio nato per valutare non solo efficacia e tollerabilità di nuovi approcci (es. nutraceutici) ai disordini comportamentali e cognitivi del cane anziano, ma anche per mettere a punto metodi diagnostici sempre più precisi e tempestivi.
Ora, queste metodiche di diagnosi e prevenzione trovano completa razionalizzazione nell’articolo di “Veterinaria”, firmato da tutti i componenti della “task force” e da Tommaso Furlanello, cui si deve il protocollo di analisi ematologiche, ematochimiche ed ormonali, valido per la diagnosi differenziale dei segni clinici di invecchiamento cerebrale.
“Siamo partiti – si legge nell’articolo – da una metanalisi dei criteri diagnostici, dei formulari di intervista al proprietario e delle griglie di valutazione, pubblicate dalle varie scuole comportamentaliste…Ed abbiamo raggiunto un duplice obiettivo. Innanzitutto, siamo arrivati a definire quelle condizioni necessarie e sufficienti affinché un cane possa dirsi affetto da “invecchiamento cerebrale sintomatologico”: quell’invecchiamento, cioè, che può portarsi appresso un incredibile ventaglio di segni clinici, che vanno dal semplice rallentamento delle funzioni cerebrali ad una vera e propria ridda di alterazioni comportamentali, cognitive ed emozionali…In secondo luogo, siamo riusciti ad elaborare una scheda-questionario, organizzata in cinque categorie di alterazioni comportamentali, ognuna descritta da un certo numero (da 4 a 13) di segni clinici specifici: alterate interazioni socio-ambientali, disorientamento, alterazioni del ciclo sonno-veglia, scorrette abitudini eliminatorie, alterata attività generale.”
Ed il questionario è già stato testato su 45 cani di età superiore ai 7 anni, esenti da malattie organiche e con almeno 1 sintomo nella categoria “alterate interazioni sociali” ed almeno un altro in una delle restanti quattro categorie individuate.
“Questo primo test – precisano i comportamentalisti – ci ha consentito di verificare la facilità di utilizzo dello strumento che, seppur perfettibile, è di agevole somministrazione da parte di noi veterinari e di immediata comprensibilità per il proprietario. Non solo, ma il questionario è risultato strumento affidabile per rilevare e monitorare i segni clinici di invecchiamento cerebrale.”