La campagna fa bene al gatto anziano
Quella pubblicata su Journal of Feline Medicine and Surgery è una vera e propria indagine a tappeto condotta da clinici veterinari americani attraverso la distribuzione di un questionario a 4342 proprietari di gatti oltre gli otto anni di età. Importanti gli obiettivi di questa ricerca: identificare i segni più comuni di disfunzione cognitiva del gatto anziano (CDS, Cognitive Dysfunction Syndrome), e mettere a fuoco i rischi ambientali, sociali ed emozionali che predispongono al suo sviluppo o, alternativamente, ne ritardano la progressione.
Il segno comportamentale più comune è la vocalizzazione inappropriata, causata, ipotizzano gli Autori, dal disorientamento del gatto anziano, dalla ricerca d’attenzione o dalla presenza di dolore.
Degno di riflessione il dato che la maggior parte (86%) dei gatti affetti da CDS vive nelle aree urbane o suburbane, a fronte di un esiguo 14% localizzato in zone rurali. Pare, dunque, che l’ambiente di campagna favorisca l’invecchiamento cerebrale di successo del gatto. Forse, ipotizzano gli Autori, per le condizioni di vita più salubri, il minor inquinamento e le maggiori opportunità di arricchimento ambientale.
Altri fattori di rischio per la disfunzione cognitiva del gatto? L’obesità, ad esempio, ma anche la ridotta attività fisica, a delineare un vero e proprio “circolo vizioso” di danno che si ripercuote sul cervello dell’animale anziano e lo predispone a precoci alterazioni neurodegenerative e neuroinfiammatorie tipiche della disfunzione cognitiva o demenza senile.
MacQuiddy B, Moreno J, Frank J, McGrath S. Survey of risk factors and frequency of clinical signs observed with feline cognitive dysfunction syndrome. J Feline Med Surg. 2022;24(6):e131-e137