La sindrome da fragilità del cane anziano
La “sindrome da fragilità” è una condizione geriatrica, in cui il fisiologico calo delle capacità adattative determina un’aumentata suscettibilità a stress di varia natura, alla base del progressivo declino funzionale di più apparati e della compromissione della salute generale e della qualità di vita dei cani anziani.
Alla categoria dei pazienti anziani fragili appartiene Jack: il Golden Retriever di cui Sabrina Giussani, medico veterinario esperto in Comportamento Animale e presidente senior di SISCA (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale), racconta la storia attraverso le pagine di InnVetMed.
Una storia – sottolinea Giussani – di discomfort generalizzato, perché Jack percepisce il dolore in maniera più intensa rispetto all’oggettiva gravità dei suoi disturbi. Inoltre, “non è più lui” a causa di un incipiente invecchiamento cerebrale patologico che altera il comportamento e le sue abitudini di vita.
Che fare? Obiettivo prioritario – spiega Giussani – è mantenere/migliorare la funzionalità residua dei sistemi compromessi, e ritardare la comparsa di quadri francamente patologici, nel pieno rispetto del generale rallentamento delle naturali capacità di recupero del cane anziano.
Quella di Jack è una storia a lieto fine. Per lui, esempio paradigmatico di paziente anziano “da maneggiare con cautela”, c’è infatti un approccio integrato “secondo Natura”, appositamente sviluppato da Innovet per innalzare la soglia di fragilità dei cani anziani e incrementare le loro opportunità di invecchiare con successo.
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Giussani S. Jack: un anziano fragile da maneggiare con cautela. Approccio integrato alla Sindrome Geriatrica da Fragilità del cane. Innovation in Veterinary Medicine. Gennaio 2018; 36: 1-8