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Swedencare

Lunga vita al meticcio!

Uno studio condotto su 2928 cani da alcuni ricercatori della Reale Università di Veterinaria ed Agricoltura di Frederiksberg (Danimarca) ha evidenziato che i soggetti di razza mista sopravvivono in media un anno di più (11 anni) rispetto a quelli di razza pura. Uniche eccezioni i Pastori dello Shetland, i barboncini ed i bassotti che, molto spesso, superano i dodici anni di età.
Lunga vita al meticcio!

Il numero di Aprile di Preventive Veterinary Medicine dedica ampio spazio alle indagini epidemiologiche del naturalista danese Helle Friis Proschowsky che, con un gruppo di genetisti, ha ottenuto informazioni davvero interessanti sulla durata di vita media dei cani – sia di razza mista (meticci) che appartenenti a razze pure – e sulle cause di malattia (morbidità) e di morte (mortalità) più frequentemente riscontrate. ” Per tutti i cani inclusi nello studio – scrive Proschowsky – si è riscontrata una vita media intorno ai dieci anni, ma per i meticci si è osservato un periodo medio di sopravvivenza di circa undici anni.” Agli estremi di questo arco di tempo si collocano, da una parte, i San Bernardo, i molossoidi (Rottweiler compresi) ed i cani da caccia, con una vita media di soli 7 anni; dall’altra, i pastori dello Shetland, i barboncini ed i bassotti, che vivono più a lungo, superando, molto spesso, i 12 anni di età. Un’ulteriore conferma, dunque, alla constatazione comunemente diffusa che i cani di piccola taglia vivano più a lungo di quelli più grandi. “Circa i dati di morbidità – prosegue il ricercatore – ci si è avvalsi di un questionario distribuito tra gli allevatori danesi, che ha evidenziato come soggetti appartenenti a 24 razze pure siano in primo luogo afflitti da malattie della cute (14%), degli occhi e delle orecchie (13%).” La ricerca ha indagato anche sulla mortalità, riportando la “vecchiaia” come causa di morte più frequentemente riscontrata (21%), seguita da tumori (14%), disturbi comportamentali (6%), incidenti (6%), displasia dell’anca (5%), malattie cardiovascolari (5%) e spinali (4%).