Mastociti e chirurgia
Pare ormai definitivamente tramontato il tempo in cui i mastociti erano considerati importanti solo nelle genesi delle risposte allergiche. Ora, a più di 100 anni dalla loro scoperta, i mastociti si sono dimostrati in grado di controllare, grazie alle straordinarie caratteristiche anatomiche e funzionali, un ampio spettro di processi fisiopatologici di vitale importanza:
1. la cicatrizzazione, nei confronti della quale “i mastociti – scrivono i ricercatori – esercitano effetti differenti a seconda della tempistica di degranulazione e della quantità di mediatori intragranulari rilasciati”;
2. i meccanismi di difesa contro gli agenti infettivi, soprattutto in virtù del reclutamento di cellule infiammatorie che i mastociti avviano in seguito alla liberazione di svariati fattori chemotattici e pro-infiammatori;
3. l’angiogenesi che, seppur considerata un evento fisiologico nella riparazione, è anche substrato essenziale per la diffusione metastatica di molti tumori, da quelli colo-rettali al melanoma;
4. la risposta fibrotica di molti tessuti a situazioni infiammatorie croniche.
In tali processi, i mastociti agiscono tramite un singolare bipolarismo funzionale: entro un valore “soglia”, la loro degranulazione possiede, infatti, effetti benefici, che possono esitare in una miglior riparazione di fratture, ulcere o malattie infiammatorie croniche. Superato tale valore, il mastocita diventa “effettore di danno”, chiamato, cioè, in causa nella genesi di eccessive reazioni fibrotiche o angiogenetiche. Così scrivono gli Autori nelle conclusioni dell’articolo: ” Il chiaro coinvolgimento dei mastociti in queste situazioni rende perfettamente plausibile modularne la funzionalità per trarre nuovi ed importanti benefici terapeutici.”
Dowdall JF, Winter DC, Baird AW, Bouchier-Hayes D, 2002, Biological role and clinical implications of mast cells in surgery, Surgery, 132(1): 1-4