Nobel per la Medicina: vince l’Immunologia
È grazie all’americano Bruce Beutler, al lussemburghese Jules Hoffmann e al canadese Ralph Steinman se oggi il sistema immunitario ha sempre meno segreti, soprattutto per quanto riguarda i sofisticati meccanismi, sia innati che acquisiti, con cui il nostro organismo si difende dagli attacchi microbici. I tre immunologi, di cui purtroppo uno (Steinman) deceduto in concomitanza dell’assegnazione del prestigioso riconoscimento scientifico, hanno ottenuto risultati di eccellenza nella ricerca dei “guardiani” che presiedono alle nostre risposte immunologiche integrate: dall’identificazione dei cosiddetti “toll-like receptors”, un sofisticato sistema di recettori espressi da cellule endoteliali, epiteliali ed immunocompetenti (es. mastociti), essenziali per il riconoscimento di un’ampia varietà di patogeni e l’avvio della reazione immunitaria innata; alle funzioni di tutti gli elementi (cellule dendritiche, mastociti e linfociti) dalla cui risposta integrata deriva la capacità difensiva di un organismo e, dunque, la sua efficienza immunologica di natura adattativa o acquisita.
Il lavoro dei tre neo-Nobel apre sicuramente nuove strade per la prevenzione e la cura non solo delle infezioni, ma in generale di tutte quelle patologie, tumori compresi, che si basano sulla disregolazione funzionale di alcune di queste “sentinelle” cellulari. I mastociti, ad esempio. Si deve in particolare a Bruce Beutler,e alle sue ricerche pubblicate su riviste prestigiose come PNAS, l’approfondimento sul ruolo primario di queste cellule nella genesi di malattie infiammatorie come l’artrite e, di conseguenza, lo spunto per metterle al centro di quelle strategie di ultima generazione volte a riportarne a norma la funzionalità distorta dall’evento patologico.