Quando il gatto invecchia

Sono i numeri a motivare la necessità di controllare i nostri anziani felini domestici: anche quando ci sembrano in ottima salute. Questi numeri ce li fornisce il primo studio di popolazione condotto in Belgio su 100 gatti di proprietà dai 6 anni in su, e finalizzato ad approfondire, tramite una batteria completa di indagini cliniche e di laboratorio, il loro effettivo stato sanitario.
Tendenza all’ipertensione, iperglicemia, cristalluria e proteinuria borderline sono le alterazioni “nascoste” più frequentemente evidenziate, seguite da murmuri cardiaci, ipertiroidismi e modifiche metaboliche a carico di reni e fegato, con variazioni ematiche delle concentrazioni di creatinina, urea e bilirubina, predittive di iniziali insufficienze epatiche e renali.
In più del 70% dei gatti analizzati si riscontra inoltre una situazione infiammatoria del cavo orale (gengivite), responsabile anche della linfadenopatia sottomandibolare visibile in questi soggetti.
Meno della metà dei gatti inclusi nello studio si dimostra poi in una condizione di peso corporeo ideale, tant’è che la maggior parte dei proprietari intervistati dimostra di non avere consapevolezza dello stato nutrizionale, in eccesso o in difetto, del proprio animale.
Lo studio dei clinici belgi è dunque un chiaro sprone ad allertare il proprietario sulla necessità e il valore di periodici screening sanitari, finalizzati a diagnosticare eventuali malattie in fase precoce e, di conseguenza, consentire interventi terapeutici altrettanto tempestivi.
Si tratta di screening che partono innanzitutto da visite cliniche assai complete ed accurate, e che nei gatti dai 10 anni in su vanno accompagnate a controlli periodici della pressione arteriosa e a dettagliati esami di laboratorio, specie per quei parametri che già a partire dai 6 anni si avvicinano a valori borderline di un futura conclamata condizione patologica.

Leggi l’abstract di PubMed in: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23254237