Ritirato il Vioxx
Coxib. Ovverossia, antinfiammatori COX2-selettivi, capaci di inibire pressoché esclusivamente la forma dannosa dell’enzima COX (ciclo-ossigenasi) – la 2, appunto -preservando, invece, l’attività dell’isoforma 1 (COX-1), ad effetto omeostatico e protettivo. Ebbene, sembrava fossero la risoluzione del problema “dolore”, di qualsiasi natura esso fosse: massima efficacia e drastica riduzione degli effetti collaterali, compresi quelli di natura gastrolesiva.
A sette anni dalla loro comparsa, sembra, però, essersi definitivamente incrinata l’immagine dei Coxib come di “FANS ideali”, capaci, cioè, di alleviare il dolore, ad esempio da artrosi, senza andare incontro ad alcun effetto indesiderato: anche in caso di trattamento a lungo termine.Ad inficiare pesantemente tale concezione arriva ora uno studio clinico multicentrico, appositamente disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza d’impiego di un Coxib di largo consumo: il rofecoxib, nome commerciale Vioxx.
“Tra i 2600 pazienti arruolati a partire dal 2000 – si legge nei risultati dello studio – si è evidenziato un aumento del rischio relativo di eventi cardiovascolari non fatali, come infarti e ictus, in quei soggetti che assumevano continuativamente il Vioxx rispetto a quelli trattati con placebo.” Risultati gravi che, peraltro, vanno a confermare quanto era emerso, già nel 2000, dallo studio VIGOR ( Vioxx Gastrointestinal Outcome Research ): un aumento di 4-5 volte dell’incidenza di infarto miocardico tra i pazienti che assumevano proprio l’antinfiammatorio Rofecoxib.L’esito finale, dunque, si può intuire: ritiro del farmaco dalla commercializzazione in 80 Stati, inclusa l’Italia. E non solo. E’ in atto una fase di valutazione presso l’EMEA – l’Agenzia europea del farmaco – per vedere se gli effetti collaterali che hanno portato la Merck & Co. al ritiro del Vioxx dal mercato mondiale siano strettamente legati al medicinale a base di rofecoxib oppure coinvolgano l’intera classe dei Coxib.
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