RM per il cervello del cane anziano
La descrizione di questa RM “di ultima generazione” applicata al cane anziano viene da un noto gruppo di ricercatori canadesi ed americani, da tempo impegnati nello studio delle modifiche neurodegenerative che caratterizzano il cervello dell’animale che invecchia. Per dirla molto semplicemente, quella che gli studiosi hanno applicato a 62 cani Beagle, di età compresa tra 6 mesi e 15 anni, è una RM di tipo volumetrico, già ampiamente utilizzata in Neurologia umana per ottenere informazioni non solo sul volume cerebrale totale, ma, contemporaneamente, sul grado di atrofia che, con l’andare dell’età, coinvolge specifiche regione anatomiche del cervello.
“L’invecchiamento – scrivono i ricercatori nell’articolo pubblicato a gennaio 2006 sulla rivista “Neuroimage”- si accompagna ad una moderata diminuzione del volume cerebrale globale. Marcata è, invece, l’atrofia della corteccia che compare in molte aree del cervello del cane anziano: dai lobi parietali e frontali, al talamo, al cervelletto, al tronco cerebrale.”
Alterazioni età-correlate sono state evidenziate anche a carico della sostanza bianca, l’insieme, cioè, delle fibre nervose mielinizzate che connettono i neuroni tra loro. “Sono i cani maschi anziani – spiega il gruppo di Norton Milgram ed Elizabeth Head – a manifestare l’atrofia più marcata a carico di questa struttura cerebrale, in particolare nelle regioni relative alla capsula interna ed ai fasci di nervi cranici.”
“Nel complesso – viene sottolineato nella discussione dei risultati – questa particolare tecnica RM ha consentito di dettagliare le modifiche di struttura cui il cervello del cane va incontro con l’invecchiamento. E sono alterazioni sia globali (una generalizzata diminuzione di volume cerebrale), sia specifiche di certe regioni (i lobi frontali, ad esempio), quest’ultime sicuramente alla base di quelle disfunzioni comportamentali e cognitive di frequente riscontro nei cani anziani.”