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ROS in orbita

Che i radicali liberi o ROS fossero sostanze talmente reattive da distruggere cellule e tessuti (tanto da essere chiamati in causa nella patogenesi di molte malattie, artrosi in primis) era noto da tempo. Ma che fossero in grado di frantumare gli scudi protettivi di astronavi e stazioni spaziali è notizia di questi giorni.
ROS in orbita

Uno staff di Ricercatori americani guidati da Lou Massa (City University di New York) ha di recente pubblicato una notizia sorprendente (1). I radicali liberi (in sigla ROS, Reactive Oxygen Species) presenti nell’atmosfera stanno letteralmente distruggendo gli scudi rifrangenti in Teflon, che proteggono dall’elevatissimo calore solare i satelliti, le stazioni spaziali e gli space shuttle orbitanti intorno alla Terra.
“Abbiamo scoperto che i ROS tipici degli strati superiori dell’atmosfera – spiega Lou Massa – possiedono un’energia talmente elevata da spaccare i legami che tengono unite le molecole di Teflon. L’erosione del Teflon indotta dai radicali liberi sta via via distruggendo gli scudi protettivi di tutti quei satelliti e quelle stazioni spaziali che orbitano tra i 180 e i 650 Km al di sopra della superficie terrestre”.
C’è da augurarsi che l’impegno di chimici, fisici ed ingegneri porti presto alla scoperta di nuovi materiali più resistenti ai ROS atmosferici, oppure all’individuazione di sistemi capaci di debellarne il potenziale distruttivo … I ricercatori biomedici – una volta tanto – sono arrivati prima alla soluzione: sostanze dotate di attività “scavenger”, i cosiddetti “spazzini dei ROS”, come ad esempio gli antiossidanti polifenolici, sono oggi ampiamente utilizzati per il trattamento di patologie a forte componente ossidativa (es. artrosi) sia in medicina umana che in medicina veterinaria.
(1) Gindulyte A., Massa L., et al., 2002, Journal of Physical Chemistry A, 106: 5463-5467.