SCIVAC 2004 Focus on sulla demenza senile
“I cani ed i gatti anziani sono una popolazione in costante aumento nel nostro Paese… come lo sono le patologie correlate al loro invecchiamento: in altre parole, a quel processo di senescenza che, pur essendo fisiologico, può esitare in entità cliniche conclamate, frutto della diminuita plasticità e ridondanza degli organi dell’animale anziano, nonché di involuzioni specifiche età-dipendenti…Sicuramente, il cervello è l’organo che, più di ogni altro, risente di questo declino. La neurodegenerazione che lo caratterizza può, infatti, determinare conclamati disordini clinici, primo tra tutti la “demenza senile”, anche conosciuta come “sindrome confusionale” o “disfunzione cognitiva del cane e gatto anziano.” Così Maria Cristina Osella ha iniziato la relazione sulla demenza senile. “Una patologia – ha proseguito – che oggi si può considerare per molti versi sovrapponibile al morbo di Alzheimer dell’uomo e che presenta modificazioni cerebrali, capaci di ripercuotersi direttamente sui processi mentali e sulle interazioni che l’animale ha con il proprio ambiente.” Disorientamento, diminuzione delle interazioni sociali, alterazioni del ciclo sonno-veglia, perdita delle corrette abitudini eliminatorie sono, dunque, riferibili a specifiche alterazioni neurodegenerative età-dipendenti.
“Molto ormai si sa – ha continuato la comportamentalista – di queste alterazioni: strutturali (es. riduzione della massa cerebrale, depositi diffusi di beta-amiloide), ossidative (aumento dei radicali liberi), vascolari (es. riduzione del flusso ematico) ed, infine, funzionali, tra cui, in primis, lo squilibrio di quei sistemi neurotrasmettitoriali (es. catecolamine, acetilcolina), oggi direttamente correlato alla comparsa dei disturbi cognitivi e comportamentali.”
La Osella ha, infine, illustrato i cardini dell’approccio terapeutico alla demenza senile: dalle necessarie modifiche socio-ambientali, alle norme educative da insegnare al proprietario, agli interventi farmacologici, classici e nutraceutici. Tra questi ultimi, la relatrice ha dato un particolare risalto all’utilizzo di neuroprotettori a base di fosfatidilserina (PS) e Ginkgo biloba: due sostanze in grado di contrastare sinergicamente le molteplici alterazioni del cervello senile.
La relazione pubblicata negli Atti congressuali è disponibile su richiesta a: cedis@innovet.it