Scoperto il ruolo dell’NGF nell’artrosi del cane
Maurizio Isola e collaboratori hanno scelto l’XI congresso nazionale della SICV (Società Italiana di Chirurgia Veterinaria), svoltosi a Grugliasco (Torino) dal 10 al 12 giugno 2004, per parlare delle loro ricerche relative alla determinazione della concentrazione di NGF nel liquido sinoviale di cani, sia sani che affetti da svariate artropatie acute e croniche, tra cui la rottura del legamento crociato craniale, la lussazione di rotula, l’FCP del gomito, la necrosi asettica della testa del femore.
“Sappiamo – scrivono i ricercatori nell’abstract della relazione – come l’NGF possieda ruoli biologici staordinari: dalla regolazione della sopravvivenza e crescita neuronale, alla modulazione dell’innervazione sensoriale, al coordinamento dei tre grandi sistemi – endocrino, immunitario e nervoso – che presiedono al mantenimento dell’omeostasi dell’organismo…E sappiamo anche come, in corso di artropatie infiammatorie e degenerative, molte citochine (il TNF, ad esempio) abbiano la capacità di potenziare la sintesi di NGF, la cui concentrazione appare aumentata nei siti di infiammazione.” Affermazioni peraltro che trovano illustri precedenti, visto che si deve proprio al gruppo della stessa Levi Montalcini la dimostrazione, intorno agli anni Novanta, del raddoppio del contenuto intrarticolare di NGF in malattie articolari come l’artrite reumatoide e l’artrosi.
“Usando un kit immunoenzimatico specifico per la misurazione dell’NGF articolare – afferma il gruppo di Isola – abbiamo rilevato che i soggetti esenti da patologie articolari liberano NGF in quantità assolutamente inferiori alla sensibilità della metodica impiegata. Non altrettanto si può dire per i cani malati, in cui i livelli di NGF si innalzano progressivamente con la cronicizzazione dell’artropatia, quando, cioè, le citochine presenti stimolano le cellule articolari, mastociti in special modo, a sintetizzarne in gran quantità.”
Importanti le conclusioni tratte dagli stessi ricercatori. “In questo modo, l’NGF si profila come un mediatore essenziale in corso di artropatia cronica, determinando un aggravamento del processo infiammatorio, ma anche della sintomatologia algica, stante la capacità di tale fattore di diminuire la soglia del dolore ed innescare, dunque, le alterazioni iperalgiche delle locali terminazioni nervose.”