Un simposio per la PEA
Quello di Rimini è il più importante appuntamento dei Farmacologi italiani: un’occasione imperdibile per gli addetti ai lavori, per aggiornarsi sulle più recenti ricerche del settore, e confrontarsi sulle frontiere più innovative della Farmacologia, vista nel suo valore di tutela della salute.
Giovedì 15 ottobre 2009 si parlerà di PEA. Con un simposio specialistico, la SIF vuole rendere onore a questa straordinaria molecola, che, di recente, ha esponenzialmente aumentato le evidenze a favore delle sue proprietà antinfiammatorie, antalgiche e, più di recente, neuroprotettive.
Cinque le relazioni dedicate alla PEA: da quella di Teresa Iuvone (Napoli), incentrata sulla capacità della PEA di down-modulare la degranulazione mastocitaria e, così facendo, di esercitare benefici effetti su un vasto range di patologie infiammatorie mastocita-mediate; a quella di Salvatore Cuzzocrea (Messina) sugli effetti protettivi del capostipite delle aliamidi nel danno sperimentale spinale; alla relazione di Barbara Costa (Milano), che presenta i dati di efficacia della PEA nel contrastare le manifestazioni di iperalgesia ed allodinia in modelli sperimentali di dolore neuropatico; agli interventi di Scuderi (Roma) e Guaza (Madrid), sulle proprietà neuroprotettive di questa molecola, testata in modelli di malattie neurodegenerative associate ad infiammazione, come la malattia di Alzheimer e la sclerosi multipla.
Un simposio, dunque, che fa capire l’enorme portata terapeutica della PEA, oggi considerata una delle molecole chiave di quei sistemi (endocannabinoide ed endovanilloide) di protezione endogena dell’organismo, con cui condivide le vie d’azione e di cui esalta gli effetti finali di analgesia ed antinfiammazione.
Per una volta tanto, la medicina veterinaria è perfettamente al passo con la farmacologia, potendo già sfruttare, al pari della medicina umana, gli straordinari effetti, antiflogistici ed antinocicettivi, della PEA in diverse branche specialistiche: dalla dermatologia, all’ortopedia, all’urologia, all’odontostomatologia. E la strada è ancora lunga…
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