Uomo-animale: il legame più antico della Terra
L’amigdala è chiamata anche “la mandorla delle emozioni”: la struttura più antica al centro del cervello, che funge da magazzino di esperienze e ricordi ad alto tasso di emotività. Una sorta di archivio della nostra memoria emozionale, in grado anche di identificare se le nostre esperienze correnti hanno una qualche correlazione con quanto già accaduto in passato.
Ebbene, un gruppo di neurobiologi tedeschi dimostra che questo piccolo agglomerato nervoso a forma di mandorla si risveglia ogniqualvolta osserviamo un animale. Un fenomeno, sostiene il gruppo di ricercatori, che possiamo aver ereditato dai nostri antenati delle caverne, che negli animali dovevano riconoscere prede da cacciare o pericolosi predatori da cui fuggire.
La ricerca, pubblicata su “Nature Neuroscience”, è stata eseguita su un gruppo di 41 persone destinate ad interventi di neurochirurgia per forme di epilessia resistente ai farmaci. In base alle registrazioni elettriche ottenute prima dell’operazione, i ricercatori hanno verificato che la vista degli animali provoca l’attivazione della parte destra dell’amigdala. Un dato confermato anche in alcuni soggetti sani, in cui la risonanza magnetica funzionale mette in evidenza il coinvolgimento dei neuroni più antichi del cervello in seguito all’osservazione di immagini di animali.
Insomma, la dimostrazione che il legame con gli animali fa parte di quelle emozioni ancestrali mantenutesi intatte nel corso dell’evoluzione, ha conquistato l’oggettività scientifica. Ad essersi modificato è solo il contesto ambientale: dalle caverne, dove l’animale era visto come fonte di paura, ma anche di sopravvivenza; alle nostre case, in cui cani e gatti svolgono ruoli fondamentali di supporto sociale ed emotivo, oltre che avere influenze benefiche sulla nostra stessa salute e qualità della vita.