La visita ortopedica conclude gli incontri San Marco/Innovet
“Il nome di Carlo Maria Mortellaro non ha bisogno di presentazioni. Ordinario di Patologia Chirurgica Veterinaria all’Università di Milano, nonché presidente di società come IVENTA (International Veterinary Ear, Nose and Throat Association), SIOVET (Società Italiana di Ortopedia Veterinaria) e IOVA (Innovet Osteoarthritis Veterinary Association), Mortellaro è uno degli indiscussi capiscuola dell’Ortopedia Veterinaria in Italia, autore di testi importanti e numerose pubblicazioni inerenti le patologie ortopediche sia dei grossi che dei piccoli animali.” Con queste parole, il chairman della serata, Tommaso Furlanello [nella foto], ha introdotto la bellissima relazione di Mortellaro sulla visita ortopedica.
“Nella gestione dell’artrosi del cane – ha iniziato l’Ortopedico – bisogna sempre tener presente la frequente asintomaticità. In altre parole, il mancato riscontro di evidenti manifestazioni cliniche non è assolutamente sinonimo di assenza di malattia.” “Per questo – ha proseguito il relatore – dobbiamo sviluppare una sorta di “senso clinico integrato”, un vero e proprio assemblaggio ragionato di informazioni che possiamo ricavare dall’osservazione, dalla palpazione e dalla manipolazione del soggetto in esame.” Mortellaro ha, dunque, illustrato, con la solita maestria oratoria, le tappe procedurali della visita ortopedica: dalla raccolta dei dati anamnestici, alla valutazione dello stato generale del paziente, all’esame obiettivo particolare: quella “visita ortopedica propriamente detta” basata su ispezione – al fine di esaminare l’andatura ed il tipo di zoppia – e palpazione, con cui rivelare la presenza di tumefazioni e saggiare lo stato del tessuto muscolare. La seconda parte della serata ha visto Mortellaro impegnato nella spiegazione del B.O.A. (Breed-Oriented Approach): acronimo di sua invenzione con cui si intende quel particolare percorso di indagine che, tramite la ricerca e l’esclusione delle varie “patologie di razza”, permette di arrivare al riconoscimento di una determinata malattia ortopedica, con risparmio di tempo e maggior precisione diagnostica. Mortellaro si è concentrato su tre razze grandi/giganti – Rottweiler, Boxer ed Alano – descrivendone le entità ortopediche più frequenti, se non esclusive, a carico dei singoli distretti articolari. “Siamo di fronte – ha detto il relatore avviandosi alle conclusioni – a dei veri e propri “puzzle ortopedici”. Solo una scrupolosa esecuzione della visita ortopedica ed un’altrettanto attenta valutazione del BOA ci permettono di orientarci in questo intricato labirinto di malattie.”