Geriatria: una branca emergente della Veterinaria
Le cause sono molte: dalla diversa considerazione che cani e gatti sono riusciti a guadagnarsi all’interno della nostra società, alla maggior attenzione che i proprietari dedicano ai propri animale da compagnia, all’aumento di conoscenze e strumenti per combattere le malattie di pertinenza veterinaria. Sta di fatto che, oggi, si va sempre più accentuando l’interesse verso l’invecchiamento dell’animale e le molteplici problematiche ad esso connesse. “Anche se l’invecchiamento – scrive William Fortney nel primo capitolo della nuova edizione di “Geriatrics & Gerontology of the dog and cat” – non è di per sé una malattia, comunque esso comporta un graduale deterioramento della capacità omeostatica dell’organismo. Primo passo che predispone ad un composito ventaglio di malattie organiche a carico di tutti i distretti: dal cavo orale, al cervello, all’apparato cardiocircolatorio, al sistema muscolo-scheletrico…Una cosa è certa. L’animale anziano non soffre di una singola malattia: ha, piuttosto, una combinazione di più malattie organiche con diversi livelli di disfunzione…”. È questo il substrato che ha determinato un vero e proprio florilegio di eventi scientifici connessi all’animale anziano. Per citare i più recenti: il seminario SCIVAC dedicato alla “salute e qualità di vita fino all’anzianità” (Cremona, 29 febbraio 2004); la conferenza annuale della CABTSG (Companion Animal Behaviour Therapy Study Group) che ha messo a confronto i problemi comportamentali connessi all’invecchiamento cerebrale nell’uomo e negli animali da compagnia (Herts, 2 marzo 2004); una “quattro giorni” dell’AFVAC (Association Francaise des Veterinaires pour animaux de compagnie) organizzata a Chamonix dal 17 al 20 marzo 2004, dal titolo davvero emblematico: “Geriatria del cane e del gatto: sei vecchio…ma ti curo…”; la giornata dell’invecchiamento cerebrale, organizzata il 28 marzo 2004 da Innovet ad Alessandria; la sessione dell’appena conclusosi Congresso BSAVA (Birmingham, 1-4 aprile 2004) specificata dedicata alla “geriatria felina”.
Prendendo ancora una volta spunto dalle parole di Fortney, pare proprio che si sia aperta anche per cani e gatti anziani l’era della cosiddetta “senior care”, vale a dire quel “programma integrato di tutela della salute dell’animale anziano destinato a cambiare radicalmente l’approccio del medico veterinario a questo tipo di paziente.”
Il salto, dunque, sta avvenendo anche in Medicina Veterinaria. Ed è il salto dal “TO CURE” – quel vincolare, cioè, i proprio atti professionali unicamente alla guarigione di una malattia organica – al “TO CARE”, vale a dire mettere le proprie conoscenze e la propria professionalità al servizio di tutte le necessità del paziente, ivi compresa quella di poter godere di una qualità di vita accettabile anche durante l’anzianità.
Consulta il programma scientifico di alcuni dei congressi citati:
http://www.afvac.com/formation/1703-Rhone-Alpes.pdf
http://www.cabtsg.org/Resources/CABTSG_BAPbf.pdf