La geriatria parte dal cervello
“È tangibile il crescente aumento di sensibilità ed interesse per i problemi che colpiscono l’animale d’affezione in tarda età. Se, un tempo, l’invecchiamento era recepito dal proprietario come un momento in cui cominciare a pensare di acquistare un nuovo cucciolo, oggi, forse, i tempi cominciano ad essere maturi per far capire ai clienti/proprietari che l’animale anziano è un soggetto cui prestare cure ed attenzioni specifiche. È questo il presupposto che ci ha spinto ad impegnarci nel settore della “geriatria del cane e del gatto”. A partire dall’invecchiamento del cervello e dei disordini comportamentali ad esso correlati. Un argomento innovativo, se non addirittura futuribile, ma, nel contempo, carico di enormi potenzialità scientifiche e professionali.”La giornata sull’”invecchiamento cerebrale del cane e del gatto” è iniziata così: con le parole di Renato della Valle (Innovet), seguite da quelle del chairman Corrado Sgarbi (Presidente SISCA) e di Tonino Distefano, Presidente dell’Ordine Provinciale di Alessandria. Una giornata intensa, con più di duecento partecipanti intervenuti ad assistere alle relazioni di Maria Cristina Osella, Luciana Bergamasco, Paola Badino e Giovanni Re. La prima – attuale tesoriere dell’ESVCE (European Society of Veterinary Clinical Etology) – dopo un iniziale inquadramento dei principali modelli diagnostici di alterazioni comportamentali, cognitive ed emozionali del cane e del gatto, si è concentrata sull’eziopatogenesi, diagnosi e terapia dei problemi comportamentali dell’anziano. Sindrome confusionale, demenza senile, depressione da involuzione, disfunzione cognitiva, distimia ed iperaggressività dell’età senile sono state clinicamente inquadrate dalla nota comportamentalista che ne ha, poi, illustrato anche l’approccio terapeutico: dalle necessarie modifiche socio-ambientali agli interventi farmacologici – classici e nutraceutici – e comportamentali. Luciana Bergamasco (responsabile del Laboratorio di Neurofisiologia Strumentale del Dipartimento di Morfofisiologia Veterinaria dell’Università di Torino) ha, poi, saputo presentare, con chiarezza ed esaustività, un argomento complesso come la neurofisiologia dei disturbi comportamentali: quelle molteplici alterazioni dei sistemi neurotrasmettitoriali che rappresentano il substrato organico di disordini come ansia, iperaggressività, paura. Bergamasco ha specificatamente trattato anche le modifiche involutive del cervello senile. Vere e proprie alterazioni strutturali, che vanno dalla deposizione di pigmenti citoplasmatici alla distorsione del som a neuronale, alla perdita di spine dendritiche. Paola Badino e Giovanni Re – entrambi della sezione di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria del Dipartimento di Patologia Animale dell’Università di Torino – hanno, infine, inquadrato la neurofarmacologia dei disturbi comportamentali, soffermandosi, rispettivamente, sulla caratterizzazione farmacologica dei principi attivi maggiormente utilizzati, e sul razionale di applicazione dellla fosfatidilserina (PS). “Grazie ai molteplici effetti sulle alterazioni neurodegenerative legate all’invecchiamento e ad una comprovata sicurezza d’impiego anche nel cane – ha affermato Giovanni Re – la PS si presenta come un’interessante opzione nutraceutica per prevenire e/o curare i disturbi legati all’invecchiamento cerebrale patologico dei piccoli animali.”