Dermatite eosinofilica/mastocitica nel Devon Rex
“Dermatite papulare eosinofilica/mastocitica”. Questo il nome che Chiara Noli, Silvia Colombo, Francesca Abramo e Fabia Scarampella hanno voluto dare ad un’eruzione maculopapulare rilevata in cinque Devon Rex, di età compresa tra le tre settimane ed i 10 mesi, presentatisi alla visita clinica con una storia pregressa di dermatopatia pruriginosa ad andamento intermittente.“Finora – scrivono le autrici nell’introduzione dell’articolo pubblicato nel fascicolo di agosto 2004 di Veterinary Dermatology – un’eruzione cutanea clinicamente ed istopatologicamente sovrapponibile all’orticaria pigmentosa nell’uomo era stata riscontrata solo nei cani, nei gatti di razza Himalayana e, più di recente, anche in tre Sphinx…Questa è la prima volta che tale eruzione viene descritta anche nel Devon Rex, tanto da far supporre che esista una vera e propria predisposizione genetica a questa dermatite delle razze ipotricotiche o prive di pelo.”
Ma perché “eosinofilica/mastocitica”? “In tutti i cinque casi – scrivono le specialiste –l’esame istologico ha evidenziato un ricco infiltrato di eosinofili e mastociti ben differenziati, non solo addensati in posizione perivascolare, ma anche uniformemente distribuiti nello strato dermico, sia superficiale che profondo… Inoltre, l’indagine morfometrica ha dimostrato un forte aumento numerico dei mastociti rispetto alla cute normale, con una percentuale media di cellule degranulate decisamente superiore a quella delle non degranulate (132 vs 89 cellule/mm2)… Un’istologia, dunque, assolutamente sovrapponibile a quella osservata in gatti affetti da dermatopatie su base allergica, come la placca eosinofilica ed il granuloma eosinofilico.” La domanda sorge spontanea: siamo di fronte ad un altro modello di reazione cutanea ad una sottostante situazione allergica o, piuttosto, ad un’entità clinica distinta? “A nostro avviso – rispondono le autrici dell’articolo – il termine più appropriato da utilizzare è quello di “dermatite papulare eosinofilica/mastocitica”. Almeno fino a quando non si abbiano altre indicazioni sull’eventuale progressione sistemica della malattia e, dunque, sulla sua precisa caratterizzazione clinica.”