La musica adatta alle orecchie degli animali

Che la musica, soprattutto classica, abbia un effetto calmante ed anti-stress sugli animali domestici (cani e gatti innanzitutto) è cosa nota e molto studiata. Tant’è che recentissime ricerche ne hanno dimostrato l’utilità in tante situazioni critiche, dall’ospedalizzazione alla presenza di problemi comportamentali legati ad ansia e/o aggressività.
Ha dunque un ineccepibile fondamento scientifico l’iniziativa di Spotify, società svedese colosso dello streaming audio, che, basandosi sul fatto che il 74% dei proprietari di animali domestici del Regno Unito dichiara di suonare musica per i propri animali, offre playlist e podcast musicali, espressamente realizzati per le orecchie di cani e gatti (e non solo).
In pratica, invece che tenere accesa la televisione per non far sentire soli i quattro zampe di casa, ogni proprietario avrà la possibilità di poter scegliere una selezione di musiche adatte al loro carattere e, prove scientifiche alla mano, tenerli calmi e rilassati anche in sua assenza.
Ma come funziona? Basta andare su spotify.com/pets, scegliere il proprio animale (oltre a cane e gatto si possono selezionare anche iguana, criceto o uccellino) e attivare gli algoritmi di ricerca in base alla descrizione del suo carattere (da rilassato a molto vivace).
Tutto questo è sufficiente perché Spotify crei una playlist personalizzata e perfettamente adattata al carattere del singolo animale. L’effetto rilassante della musica avrà sicuramente la meglio sullo stress da separazione o sulle reazioni distruttive da assenza del proprietario.
No panic, dunque. Usciamo di casa in tutta tranquillità e… accendiamo il giradischi!
McDonald CI, Zaki S. A role for classical music in veterinary practice: does exposure to classical music reduce stress in hospitalised dogs? Aust Vet J. 2020 Jan 14. doi: 10.1111/avj.12905
Hampton A, Ford A, Cox RE 3rd, Liu CC, Koh R. Effects of music on behavior and physiological stress response of domestic cats in a veterinary clinic. J Feline Med Surg. 2020; 22(2):122-128