FVE: cautela sull’uso del CBD negli animali
L’uso dei cannabinoidi, in particolare del derivato non psico-attivo della Cannabis CBD (cannabidiolo), sta vivendo un momento di notorietà anche in Medicina Veterinaria, come potenziale risorsa terapeutica nella gestione del dolore di varia pertinenza, dall’osteoartrite, all’epilessia, al dolore oncologico.
Pochi studi clinici, quasi sempre basati su “case report”, ne sostengono però sicurezza ed efficacia negli animali da compagnia (cani, gatti e cavalli). Tant’è che nessuno di questi rimedi è attualmente autorizzato come medicinale veterinario in Europa, ad eccezione di prodotti regolamentati come farmaci veterinari omeopatici o mangimi.
A tutto ciò si aggiunge la preoccupazione rispetto alla qualità e quantità delle sostanze impiegate, che, non adeguatamente rintracciabili nelle etichettature dei prodotti disponibili, sono di fatto difficili, se non impossibili, da dosare in maniera accurata.
Allarmata da questa situazione, la FVE (Federation of Veterinarians of Europe) pubblica ora un Position Paper con cui propone di adottare alcune raccomandazioni d’uso dei cannabinoidi, a beneficio dei medici veterinari e degli stessi proprietari di animali. Tra queste, lo sviluppo di ulteriori ricerche tese ad indagare il potenziale terapeutico dei derivati della Cannabis negli animali da compagnia, e l’adozione di regolamentazioni europee ad hoc.
In attesa di maggiori certezze, la FVE consiglia di prestare attenzione ai prodotti non conformi alla legislazione europea e di usare le dovute cautele per l’impiego dei fitocannabinoidi negli animali da compagnia.
FVE. Cannabinoids use in animals and the veterinary profession. https://fve.org/cms/wp-content/uploads/001_CBD_cannabis_adopted.pdf