Invecchiamento cerebrale del cane e del gatto: i benefici della PEA
Caterina Scuderi (farmacologa della “Sapienza” di Roma) e Lorenzo Golini (noto medico veterinario diplomato al College di Neurologia Veterinaria) sono gli autori di una corposa review a libero accesso pubblicata sulla rivista Animals. Obiettivo della pubblicazione: raccogliere tutte le evidenze a sostegno della capacità della PEA-um (la forma attiva, ultra-micronizzata della Palmitoiletanolamide) di controllare la neuroinfiammazione senile, mantenendola a livelli compatibili con l’invecchiamento cerebrale di successo dei nostri amici animali.
La pubblicazione si concentra innanzitutto sull’espressione clinica più frequente di un invecchiamento cerebrale non di successo (cioè patologico): quella sindrome della disfunzione cognitiva (oggi riconosciuta come la controparte canina e felina dell’Alzheimer umano), di cui la review dettaglia segni clinici e neurocomportamentali, percorsi diagnostici e alterazioni istopatologiche (dai depositi di proteina beta-amiloide alla formazione di grovigli neurofilamentosi).
Il “cuore” dell’articolo è dedicato al meccanismo che agisce da spartiacque tra un invecchiamento cerebrale di successo e uno patologico: la neuroinfiammazione, lo stato infiammatorio cronico che coinvolge il sistema nervoso, e che da risposta fisiologica all’accumulo di microdanni senili, può sfuggire ai sistemi di controllo, perdurare nel tempo (non resolving) e sostenere quel declino mnemonico e cognitivo tipico di cani e gatti con demenza senile.
In funzione della capacità di regolare la disfunzione di cellule non neuronali (mastociti, microglia, astrociti) direttamente implicata nella neuroinfiammazione non resolving, l’integrazione dietetica con PEA-um si configura come un valido aiuto per il paziente senior. “Le evidenze di efficacia e sicurezza finora raccolte – recitano le battute conclusive dell’articolo – supportano l’utilizzo di formulazioni a base di PEA-um in tutte quelle condizioni sostenute da una neuroinfiammazione non risolta e di lunga durata, prima tra tutte la disfunzione cognitiva di cani e gatti.”
Scuderi C, Golini L. Successful and unsuccessful brain aging in pets: pathophysiological mechanisms behind clinical signs and potential benefits from Palmitoylethanolamide nutritional intervention. Liberamente accessibile da Animals. 2021;11(9):2584