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Da cosa dipendono le dimensioni dei cani?

Uno studio pubblicato su Current Biology svela il mistero dietro all’estrema variabilità di taglia riscontrabile nei cani domestici.
Da cosa dipendono le dimensioni dei cani?

È risaputo che l’antenato comune del cane domestico sia il lupo, tuttavia l’estrema variabilità delle razze in termini di dimensioni ha per lungo tempo rappresentato un interrogativo per la scienza. Dal chihuahua al san bernardo, la differenza di dimensioni tra una razza e un’altra può essere addirittura di 40 volte. Ma da cosa dipende la taglia del miglior amico dell’uomo?

 

Un’indagine del genetista Jocelyn Plassais¹ dell’Università di Rennes, pubblicata nel gennaio 2022 sulla rivista Current Biology, suggerisce che, alla base della variabilità di dimensioni del cane domestico, ci sia una variante di uno dei geni più coinvolti nella crescita, l’IGF1.

 

Analizzando 1400 genomi di 13 diverse razze di canidi (incluse razze antiche e moderne), i ricercatori hanno individuato due versioni (o alleli) del gene IGF1, che tra loro differiscono per una singola base (i mattoni da costruzione del genoma).

La versione che porta la base “C” è la più antica (presente nel cane ancestrale) e determina dimensioni corporee ridotte. Quella che porta la base “T” si affaccia un po’ più tardi nell’evoluzione (circa 50 000 anni fa) ed è responsabile della comparsa di razze di taglia più grande.

La diffusione di questa versione del gene (taglia grande) è stata in parte limitata dalla domesticazione del cane ad opera dell’uomo, un processo che iniziò circa 15 000 anni fa e portò a prediligere razze di taglia medio piccola, probabilmente per facilitare “l’amicizia” uomo-cane.

 

Oggi, ulteriori analisi genetiche dell’Università di Rennes condotte su oltre 200 razze di cani, dimostrano che ancora circolano entrambe le varianti del gene della crescita. Le razze che pesano meno di 15 kg tendono ad avere nel loro genoma due copie della variante “C” (quello che decreta una crescita ridotta), mentre i soggetti appartenenti a razze di taglia grande (oltre i 25 kg di peso) portano due copie della variante “T”. Per essere di taglia media, bisogna avere una copia di ciascuna variante.

 

Certo il gene IGF1 non è l’unico ad entrare in gioco con le sue varianti nel decretare la dimensione di “Fido”, ma certamente la scoperta colma uno dei misteri più intriganti e più tipici del cane: non c’è specie sulla terra, infatti, che abbia una variabilità di dimensioni così ampia come quella del cane.

 

 

¹Jocelyn Plassais et al. 2022. Natural and human-driven selection of a single non-coding body size variant in ancient and modern canids. Current Biology 32: 1-9; doi: 10.1016/j.cub.2021.12.036