La malattia parodontale secondo Harvey
Il fascicolo di luglio 2005 del “Veterinary Clinics” è interamente dedicato all’Odontoiatria Veterinaria. Tra i 15 articoli che compongono questo numero monotematico, figura la dissertazione di Colin Harvey sulla malattia parodontale: 18 pagine, dense di concetti ed informazioni su quella che lo stesso Harvey definisce “il più comune disturbo che possa capitare a cani e gatti”.
Dopo brevi richiami di anatomia del periodontio (“l’insieme dei tessuti di sostegno dei denti”), Harvey si concentra sulla clinica di gengivite e parodontite, definendone prima di tutto la composita eziologia batterica. “La gengivite – scrive Harvey – è un’infiammazione reversibile della gengiva indotta dalla placca…La parodontite è, invece, un’infiammazione a carico degli altri tessuti periodontali, ad esempio il legamento periodontale e l’osso alveolare”.
E a proposito del nesso tra le due entità cliniche Harvey così si esprime: “Non si può prevedere se la gengivite, non trattata, evolva in parodontite…Molto dipende da differenze individuali di resistenza alle infezioni, età, stress, nutrizione, concomitanti malattie sistemiche, etc…Quel che è certo è che per entrambe le condizioni non si può parlare semplicemente di “infezione”…Quello che si deve, in realtà, valutare è l’equilibrio tra difese immunologiche da una parte e continua esposizione ai parodontopatogeni del cavo orale dall’altra…Quando prevalgono i secondi, si innesca una vera e propria spirale di danno che dall’infiammazione circoscritta del tessuto gengivale può arrivare fino alla perdita degli elementi dentari.”
Fondamentale, dunque, in queste condizioni la prevenzione, che l’odontoiatra americano sintetizza nei seguenti punti: 1) prevenire l’accumulo di placca e tartaro, incentivando l’igiene orale quotidiana ed eseguendo periodici interventi ablativi; 2) correggere i fattori sistemici aggravanti la malattia parodontale (es. diabete, stress, scarsa nutrizione); 3) ridurre carica e patogenicità batterica, con opportuni interventi disinfettanti e microbicidi; 4) controllare l’iper-reattività dei tessuti parodontali, intervenendo, ad esempio, su quei meccanismi che determinano il rilascio di mediatori, le metalloproteasi ad esempio, responsabili di danno litico ed infiammatorio.
Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it