COXIB: pericolosi subito!
I risultati dello studio osservazionale di coorte della McGill University di Montreal sono ora pubblicati sul “Canadian Medical Association Journal”.
“Abbiamo analizzato – scrive il gruppo di ricercatori coordinato da Linda Levesque – le cartelle cliniche di ben 125.000 abitanti di età superiore ai 66 anni, correlando l’assunzione del noto Coxib con la frequenza ed il tempo di comparsa degli incidenti cardiovascolari.”
“Non c’è dubbio – continua l’articolo – che questo ampio studio di popolazione ha dimostrato come i rischi cardiovascolari associati all’uso del rofecoxib siano più gravi di quanto finora sia stato evidenziato…Infatti, una buona parte dei pazienti (67%), ospedalizzati per infarto miocardico, aveva iniziato l’assunzione del FANS nelle due settimane precedenti l’evento avverso…Non solo, ma il rischio infartuale paradossalmente diminuiva con l’aumentare della durata del trattamento con il Coxib.”
Risultati, dunque, che creano nuovo allarme intorno alla classe dei “Coxib”. Salutati una decina di anni fa come i “FANS ideali” – capaci, cioè, di alleviare il dolore, compreso quello di natura articolare, senza andare incontro ad alcun effetto indesiderato – oggi questi antinfiammatori/analgesici “di ultima generazione” sono, invece, visti assai più criticamente, prima di tutto per la cardiotossicità che tali farmaci sembrano possedere, anche nel breve termine.
“I nostri risultati – sottolineano, infatti, i ricercatori canadesi – gettano nuove luci sulla tempistica del rischio cardiovascolare associato ai Coxib, rofecoxib in particolare. Specialmente nei pazienti anziani, tale rischio è temporalmente assai precoce, manifestandosi molto spesso entro le prime due settimane di assunzione del FANS…e non dimostrando correlazione diretta con un uso continuativo e a lungo termine.”