Si allarga il rischio FANS
A far scattare l’allarme è stato lo studio clinico ADAPT (Alzheimer’s Disease Anti-inflammatory Prevention Trial) progettato dal NIA (National Institute on Aging), con il fine di valutare la sicurezza d’impiego di due FANS – rispettivamente COX2-selettivo (celecoxib) e non selettivo (naprossene) – utilizzati da 2528 pazienti anziani per prevenire la demenza da malattia di Alzheimer. In tre anni, il trial clinico è riuscito a stabilire che gli eventi letali connessi a malattie cardiovascolari (dall’infarto, all’insufficienza cardiaca, agli attacchi ischemici transitori) erano sensibilmente aumentati nei soggetti trattati sia con celecoxib che con naprossene, rispetto al gruppo di controllo cui non era stato somministrato alcun FANS.
Conseguenza immediata dello studio: l’allerta dell’FDA che, sulla base di questi risultati, dopo i più moderni COX2-selettivi include nel “rischio cardiovascolare” anche FANS tradizionali come il naprossene.
Insomma, pare proprio che il prezzo per poter contrastare infiammazione e dolore secondo il tradizionale approccio analgesico sia davvero troppo alto. Non resta che seguire le direttive che, fin da febbraio 2005, l’Agenzia europea per il farmaco (EMEA) dettava in materia di utilizzo dei FANS: “limitarne l’uso: per il più breve tempo possibile e per il minor dosaggio considerato efficace.”