Mastociti nell’atopia
“La questione non è più quella del ruolo che i mastociti svolgono nelle condizioni allergiche, quanto piuttosto quella della centralità di tale ruolo in tutte le fasi dell’allergia.” De Mora et al. partono da questo presupposto per rassegnare tutti i dati attualmente disponibili in letteratura sul mastocita di cane e sul suo diretto coinvolgimento nella dermatite atopica. “Il cane – scrivono nell’introduzione – rappresenta un modello unico per capire il ruolo dei mastociti nell’atopia, stante la mole di dati derivanti sia da studi in vitro che da ricerche su allergie spontanee o indotte sperimentalmente.”
Il puzzle biologico tratteggiato nella review è davvero straordinario: un’eterogenea popolazione cellulare che, attraverso la degranulazione di un incredibile ventaglio di mediatori pre-formati e neo-formati, detta legge nell’avvicendamento delle fasi atopiche: dalla sensitizzazione iniziale, alla fase infiammatoria precoce, fino ai fenomeni atopici tardivi, con reclutamento di cellule infiammatorie circolanti ed attivazione linfocitaria.
“Il coinvolgimento dei mastociti nell’atopia – precisano gli Autori della review – è di natura funzionale e passa per quella che abbiamo definito “iper-rilasciabilità mastocitaria”: vale a dire, la maggior reattività che i mastociti atopici manifestano nei confronti dei numerosi stimoli attivatori, immunogenici e non, e la conseguente iper-degranulazione di mediatori direttamente coinvolti nei meccanismi, precoci e tardivi, delle fasi atopiche.”
“Molti – aggiungono gli autori – i sistemi che ormai sono stati utilizzati nel cane per studiare caratteristiche e comportamento funzionale dei mastociti cutanei: dalle colture, alle linee cellulari mastocitarie, ai modelli sperimentali e spontanei di atopia…È giunto il momento di valorizzare questa massa di conoscenze, estendendole anche all’atopia dell’uomo e sfruttandole per migliorare gli approcci terapeutici alle allergie.”