Condroprotezione: il dato che mancava
Revisione sistematica, ovverossia l’analisi ragionata di singoli lavori condotta secondo una metodologia precisa per minimizzare distorsioni ed errori casuali. È quanto hanno fatto i clinici della Facoltà di Medicina Veterinaria della Georgia (USA) con 16 studi clinici controllati, selezionati tramite una ricerca bibliografica condotta fino a maggio 2006 e volti a testare l’efficacia di diverse sostanze impiegate nella terapia medica dell’artrosi del cane: 3 sintomatici (meloxicam, carprofen, etodolac) e 6 sostanze ad attività “disease-oriented”, tra cui il pentosan polisolfato, l’acido jaluronico, i PSGAG ed i nutraceutici condroitin solfato e glucosamina.
“Seguendo i rigidi criteri di valutazione “evidence-based medicine” della “Food and Drug Administration” (FDA) – spiegano gli Autori nei “materiali e metodi” – gli studi sono stati suddivisi in categorie in base al disegno del trial, alla qualità dei fattori analizzati, alla quantità di soggetti testati e alla pubblicazione di studi analoghi. Tutto ciò per arrivare alla determinazione di una “strength of evidence” definita su quattro livelli: dall’”high level of comfort” degli studi clinici controllati randomizzati, indicativa di dati certi; al “moderate level of comfort” di studi clinici indicativi di dati promettenti, ancorchè non definitivi; fino all’”extremely low level of comfort”, per studi non affidabili per qualità dei fattori analizzati e numerosità dei soggetti inclusi.”
Gli Autori decretano per il meloxicam un “high level of comfort”, mentre ascrivono al “moderate level” gli altri due FANS ed i vari condroprotettori, iniettivi ed orali, presi in considerazione nella “systematic review”. L’acido jaluronico, infine, viene relegato nella categoria “extremely low level of comfort”.
Pur con la lacunosità dei dati raccolti, si tratta della prima review sistematica dei trattamenti medici per l’artrosi del cane. Ed è una review che non solo valida gli studi finora condotti sui condroprotettori, ma apre anche la strada a metanalisi più complete. Revisioni, cioè, rielaborate statisticamente che, oltre a considerare studi clinici ancor più recenti, considerino anche quei trial impostati sulla valutazione di parametri – strutturali, biochimici, metabolici e molecolari – assai più consoni di quelli strettamente clinici a testare l’efficacia di un’attività anti-artrosica “di fondo” e non semplicemente sintomatica.