Aliamidi proteggono i cheratinociti
Le ricerche sono state condotte sia in vivo che in vitro. “In un modello sperimentale di dermatite allergica – si legge nei Proceedings congressuali – indotta nel padiglione auricolare di topo dal contatto con un noto agente sensibilizzante, abbiamo riscontrato elevati livelli di PEA…nonché un’aumentata espressione dei recettori periferici dei cannabinoidi (CB2) a livello di cheratinociti.” A riprova che l’aliamide, ed il sistema recettoriale di cui si serve, vengono prodotti “al bisogno”: vale a dire, in situazioni di danno/infiammazione, a fini protettivi e di recupero omeostatico.
E i risultati in vitro hanno ulteriormente avvalorato questo ruolo protettivo della PEA. “Usando colture di cheratinociti umani – spiegano nell’abstract congressuale i ricercatori – abbiamo dimostrato che la PEA impedisce in maniera dose-dipendente la morte delle cellule indotta dalla sostanza P, un neuropeptide pro-infiammatorio rilasciato da mastociti e terminazioni nervose.” “Dati – concludono – che indicano come la PEA svolga, a livello dei cheratinociti, un ruolo protettivo endogeno, per contrastare l’infiammazione indotta dalla dermatite allergica da contatto.”
Più in generale, si tratta di nuove ed ulteriori conferme che le aliamidi, assieme ad endovanilloidi ed endocannabinoidi, sono molecole primariamente coinvolte nei sistemi di protezione endogena dell’organismo. In quanto tali, trovano utile impiego come approccio di modulazione biologica alla flogosi e al prurito che caratterizza le dermatopatie su base allergico/ipersensibile, sia nel cane che nel gatto.