Concluso il tour sulla gestione del prurito
Dagli otto incontri di questa primavera – che hanno visto l’avvicendarsi di due dermatologi molto noti come Fabbrini e Leone – sono chiaramente emerse le caratteristiche essenziali del prurito e le linee guida per una sua corretta gestione: a) trasversalità di questo sintomo che appartiene ad un lungo elenco di dermatopatie “tant’è – ha sempre ribadito Leone – che la Dermatologia veterinaria potrebbe suddividersi in due grossi capitoli, delle malattie cutanee pruriginose e non”; b) concomitanza di più cause – dall’atopia, alle infezioni, alle ectoparassitosi – che possono far superare la “soglia del prurito”, quel livello soggettivo di tolleranza oltre il quale si manifesta il sintomo conclamato; c) necessità di diagnosi differenziale, tale da consentire, attraverso articolati algoritmi “ad esclusione”, la progressiva eliminazione delle possibili eziologie e, dunque, arrivare alla scelta terapeutica maggiormente “orientata al problema” da risolvere; d) coinvolgimento e corretta informazione del proprietario, senza la cui compliance risulta pressochè impossibile gestire le malattie pruriginose a spiccata tendenza cronica e recidivante; e) combinazione di trattamenti sistemici e topici, nell’ottica di agire contemporaneamente a più livelli: controllo del sintomo e degli effetti collaterali di terapie sistemiche potenzialmente dannose (es. corticosteroidi); ripristino dell’integrità della barriera cutanea e riduzione, dunque, del rischio di infezioni secondarie.
Molte le molecole citate durante gli incontri: dai cortisonici, agli antibiotici, agli acidi grassi, agli immunomodulatori, alle aliamidi. “Le aliamidi – hanno spiegato sia Leone che Fabbrini – agiscono con meccanismo recettoriale sui mastociti cutanei e ne down-modulano l’eccessivo rilascio di mediatori direttamente coinvolti nell’infiammazione e nel prurito…Le conferme della loro efficacia, sia sistemica che topica, in Dermatologia Veterinaria sono già state pubblicate a livello internazionale. Nel gatto, è stata dimostrata la riduzione di sintomi e lesioni in corso di malattie eosinofiliche; nel cane, hanno ritardato la comparsa delle lesioni atopiche.”