Fosfatidilserina: evidenze nel “brain aging”
“Lo scopo di questa review – scrivono Maria Cristina Osella e coll. – è quello di valutare le evidenze scientifiche a sostegno dell’efficacia neuroprotettiva della PS, al fine di sancire la sua bontà d’uso nell’emergente settore della psicogeriatria veterinaria. Per questo, ci siamo serviti della banca dati PubMed della NLM (National Library of Medicine), effettuando una ricerca compresa tra il 1980 e il 2006, ed usando parole chiave come: fosfatidilserina, neurodegenerazione, neuroprotezione, invecchiamento cerebrale.”
Risultati. Numerosi studi “in vitro” dimostrano gli effetti di riequilibrio neurotrasmettitoriale che la PS possiede grazie al ripristino della corretta fluidità delle membrane neuronali. A seguire, vengono citati gli studi sperimentali e clinici che hanno dimostrato come questo naturale fosfolipide del cervello abbia migliorato le performance mnemoniche e le capacità di apprendimento sia nell’uomo che nell’animale.
I risultati, infine, in Medicina Veterinaria. “Nel cane anziano – si legge – la supplementazione con PS ha migliorato i segni clinici di invecchiamento cerebrale patologico…E la conferma si è avuta sia con studi clinici che in uno studio sperimentale, teso a saggiare gli effetti di un nutraceutico neuroprotettore a base di PS sulla memoria a breve termine del cane anziano.”
Non ci resta che riportare le parole conclusive del lavoro. “Il paziente anziano è, per definizione, un soggetto fragile ed è auspicabile l’uso di composti naturali che, oltre ad attività neuroprotettive, vantino anche una buona biodisponibilità ed un’elevata sicurezza d’impiego…In questo senso, la PS rappresenta un promettente approccio nutraceutico, utile – in opportuna combinazione con trattamenti farmacologici e comportamentali – a contrastare l’invecchiamento cerebrale di cani e gatti anziani.”