La terza età di cani e gatti
Dei 6.900.000 cani e dei 7.400.000 gatti censiti in Italia nel 2002, una parte sempre più consistente appartiene alla fascia geriatrica. “Una volta – scrive l’articolista Anna Mannucci – un gatto di dieci anni era un’eccezione, ora è normale. I mici di casa arrivano a quindici anni, con punte di venti e più.” “La maggior parte di noi – conferma Laura Torriani, vicepresidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Milano – vede animali che hanno più di dieci anni!” Insomma, non c’è alcun dubbio: la maggior attenzione nei confronti dei nostri pet – in termini di cure mediche, alimentazione, igiene ed, in generale, ambiente di vita – ha portato all’allungamento della loro vita media e, con questo, alla comparsa di vere e proprie “patologie dell’invecchiamento”, legate, cioè, al fisiopatologico deterioramento senile dei vari apparati.
Già nel 2001 l’FDA (Food and Drug Administration) americana aveva individuato quella lunga lista di “malattie geriatriche” – dai tumori alle cardiopatie, alle malattie della pelle, alle patologie del cavo orale, all’artrosi ed alle insufficienze renali – che l’articolo individua come degne di specifiche attenzioni e, soprattutto, oggetto di terapie mirate, portate avanti da medici veterinari sempre più specializzati ed aggiornati. C’è, dunque, necessità di veri e propri “geriatri”, pronti a curare le malattie organiche che, inevitabilmente, compaiono con la senescenza, ma preparati, altresì, a contrastare le alterazioni “nel carattere e nella psiche” che l’invecchiamento provoca. Così puntualizza, a questo proposito, la comportamentalista Sabrina Giussani: “Generalmente l’età avanzata provoca un rallentamento delle funzioni cognitive, con alterazioni dell’alimentazione o del ritmo sonno-veglia, eliminazione inappropriata, disorientamento.” E i rimedi? “Insegnare al proprietario – continua la Giussani – ad osservare con attenzione il comportamento del proprio animale, riferendone le alterazioni al veterinario e non punendolo, né verbalmente, né fisicamente. Dal canto suo, il medico veterinario deve escludere la presenza di eventuali malattie primarie ed aiutare il cane o il gatto che invecchia con specifiche terapie farmacologiche.” Insomma, le premesse ci sono tutte per trasformare gli anni della vecchiaia del nostro pet nei suoi “golden years”!