Cane anziano: paziente neurologico o comportamentale?
Per tre giorni non si è parlato altro che di “animale anziano”, con il fine di mettere a punto un approccio mirato e completo a questo paziente davvero speciale. A partire dalle peculiarietà con cui condurre l’esame clinico del soggetto geriatrico, o approntare specifici protocolli anestesiologici e, più in generale, farmacologici. Per arrivare alla definizione delle principali affezioni età-dipendenti che interessano i diversi apparati, da quello gastro-enterico e renale, alla cute e al cuore. Argomento di particolare interesse è stato il comportamento del cane anziano. Nonostante i progressi compiuti, ha affermato il clinico Gualtiero Gandini dell’Università di Bologna, non è facile riuscire a distinguere se le modificazioni comportamentali siano ascrivibili ad un problema neurologico vero e proprio, oppure ad una alterazione afferente alla sfera della Medicina Comportamentale. Di fronte ad un problema del comportamento, è allora quanto mai auspicabile impostare un rigoroso percorso diagnostico, alla fine del quale si possa pervenire a diagnosi certa, e mettere tempestivamente in atto le misure più appropriate. Molte le diagnosi chiamate in causa da Gandini nei problemi comportamentali del cane anziano: dalle malattie vascolari (es. infarto cerebrale); a quelle infiammatorie/infettive, traumatiche, metaboliche, neoplastiche, degenerative. Come problema di rilevante spessore clinico nell’animale geriatrico, Gandini ha parlato della “sindrome della disfunzione cognitiva” o demenza senile. Si tratta, ha affermato il clinico, di una diminuzione globale delle capacità cognitive del soggetto anziano, che si accompagna ad una lunga lista di segni clinici di primario interesse per la Medicina Comportamentale: disorientamento spazio-temporale, perdita delle capacità eliminatorie, perdita della memoria e del riconoscimento simbolico, deterioramento delle capacità relazionali, comportamenti ambivalenti ed ambigui, esitazioni nel riconoscere e stereotipie. Per contrastare situazioni così invalidanti, due sono le strategie vincenti: diagnosi precoce e prevenzione, con tutti gli strumenti, farmacologici, ambientali, comportamentali e nutraceutici, che oggi il medico veterinario ha a disposizione.
Programma del 3° congresso nazionale UNISVET http://www.unisvet.it/3congressounisvet.pdf